Bondeno, li 12/10/2024
All’attenzione di:
Prefettura di Ferrara
Ufficio Territoriale del Governo di Ferrara
protocollo.preffe@pec.interno.it
Comune di Bondeno
comune.bondeno@pec.it
Provincia di Ferrara – P.O. Urbanistica
provincia.ferrara@cert.provicia.fe.it
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
sabap-bo@pec.cultura.gov.it
Comando Prov.le Vigili del Fuoco di Ferrara
com.ferrara@cert.vigilfuoco.it
Consorzio della Bonifica Pianura Ferrara
posta.certificata@pec.bonificaferrara.it
Ministero delle Imprese e del Made in Italy
Dipartimento per le comunicazioni
Ispettorato territoriale dell’Emilia-Romagna
dgscerp.div14.ispemr@pec.mise.gov.it
ASL – Dipartimento Sanità Pubblica
dirdsp@pec.ausl.fe.it
ASL – Area Sanità Pubblica Veterinaria
areaveterinaria@pec.ausl.fe.it
Arpa Ferrara
aoofe@cert. arpa .emr.it.
Oggetto: osservazioni alla conversione della centrale denominata Energy UNO da impianto biogas a biometano posto in via per Zerbinate n.46b a Bondeno di Ferrara
Osservazioni
In generale, si manifestano perplessità sulle concessioni, da parte degli organi preposti, rilasciate ad aziende a biomasse per la produzione di biogas o biometano, qual dir si voglia. Nello specifico, le perplessità, da ipotetiche, acquisiscono concretezza esperienziale nelle molteplici segnalazioni all’Arpae e Comune di Bondeno sull’attività delle attuali centrali Energy Uno Due Tre e Quattro, inoltrate nell’arco di 15 anni, da parte del Comitato AriaNuova di Bondeno.
Le perplessità si amplificano dagli echi di richiesta di proliferazione di tali centrali nei territori limitrofi al capoluogo di provincia (Villanova, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico, Gaibanella ecc…) accumulandosi a quelli già esistenti seppure siano evidenti (da più voci, anche autorevoli) le controindicazioni denunciate sugli impatti ambientali e che si tratti di attività di pura speculazione tenute in essere esclusivamente da incentivi, chiamiamoli, statali (https://www.gse.it/servizi-per-te/attuazione-misure-pnrr/produzione-di
biometano#:~:text=15%20settembre%202022%20ha%20il,alla%20produzione%20netta%20di %20biometano) ma che pagano anche gli utenti in fattura nella voce “oneri di sistema” (Asos) (https://www.energiachiara.it/tornano-gli-oneri-di-sistema-in-bolletta/) e sostenute da politiche nazionali ed extra nazionali (PNRR), discutibili, inserendo tali industrie, per pura convenienza, come facenti parti della categoria delle energie rinnovabili definite anche energie pulite (quanto di più falso) nonché della cosiddetta Economia Circolare. Una concentrazione di stabilimenti in un’area geografica chiamata “calma di vento” per l’insufficiente ricambio di aria che ne indica la stagnazione anche di tutti gli inquinanti emessi in atmosfera, pertanto, ivi compresi, quelli delle centrali a biomasse.
Partendo dal presupposto che la conversione da biogas a biometano (da una tipologia ritenuta, comunque, in un certo qual modo, inquinante a una “ritenuta” non inquinante) riguarderà esclusivamente una sola delle centrali citate, cioè Energy Uno, in considerazione dell’indicazione nel seguente trafiletto tratto dal documento Sinadoc 2024/26760 in data 26/08/2024 su esposto Energy Quattro Srl Soc. Agricola per “AVVIO DEL PROCEDIMENTO E INDIZIONE CONFERENZA DI SERVIZI SIMULTANEA SINCRONA” del 15/07/2024 –
ribadito nel seguente trafiletto tratto dal documento di “Domanda di autorizzazione unica per la modifica sostanziale di impianto biogas” inoltrato da Energy Tre S.r.l. – Avviso di deposito ad Arpae Sac Ferrara – protocollo 1551/2024.
si teme, di conseguenza, che rimangano inalterate rispetto al passato, se non anche peggiorare, tutte le potenziali problematiche derivanti dalla produzione di biogas quali:
– effetti odorigeni sgradevoli perpetuati ripetutamente soprattutto a danno dei cittadini abitanti nelle zone limitrofe ma anche in zone addentro al paese in virtù di correnti d’aria che danno potenzialità di ampliare il raggio d’influenza, checché se ne definisca l’area in zona agricola a 500 metri da attività produttive, peccato vi siano anche abitazioni civili nelle immediate vicinanze anche a meno dei 150 metri minimi di lontananza previsti, ad esempio, nel regolamento della Regione Veneto;
– disfunzioni, probabilmente da eccesso di gas nei digestori, che in troppe occasioni hanno portato a combustioni dalle torce, indice di una certa pericolosità per possibilità di esplosione ed emissione in aria di una parte di inquinanti che non vengono completamente bruciati come SO2 e H2S e altri dei quali è ricco il biogas impattanti sulla qualità dell’aria;
– proliferazione cospicua di insetti e ratti;
– intensività del traffico pesante da e per la centrale soprattutto in alcuni mesi dell’anno con conseguente manto stradale ampiamente rovinato, aumento dell’inquinamento da pm2,5 e pm10 (cosiddette polveri sottili), disturbo della quiete pubblica in quanto gli automezzi circolano dalle 6 della mattina sino a tarda serata e in diverse occasioni anche in orari notturni nel periodo dell’anno che più vi è bisogno di arieggiare le abitazioni, pertanto, di mantenere le finestre aperte.
Tali considerazioni si possono riassumere, per lo più, nella tabella sottostante tratta dal Rapporto Ispra 105 del 2010 “Rischi ambientali connessi all’uso di biomassa per produzione diretta di energia: valutazioni tecniche ed economiche”.
Se si assume il lemma che gli impianti di biometano “si dicano” non inquinanti (seppure le centrali a biomassa emettano il 50% in più di CO2 delle centrali a carbone, pertanto più climalteranti rispetto ai combustibili fossili) il 40/50% del biogas prodotto non diventa biometano ma viene bruciato e convertito in energia termica o elettrica per il fabbisogno dell’impianto, quelli a biogas appaiono anche altamente pericolosi per emissione in atmosfera di zolfo e ossido di zolfo con il pericolo della produzione di piogge acide.
Ulteriore osservazione va in riferimento al quantitativo degli effluenti zootecnici che verranno utilizzati. Da quanto riportato dal piano di alimentazione la quantità di maggiore rilevanza deriva da effluenti zootecnici, materia facilmente reperibile causa la presenza sul territorio, a pochi chilometri in linea d’aria, di ben tre allevamenti intensivi di maiali e altrettanti avicoli. Quindi, sorge spontaneo chiedersi quale sarà la qualità di digestato che ci si dovrà attendere.
Si ricorda come tutto il territorio della provincia di Ferrara sia a rischio di eccesso di nitrati
Detto questo la gestione delle deiezioni fin dall’allevamento devono subire un contenimento del protossido di azoto e dell’ammoniaca che in sede alle centrali dovrebbe avvenire grazie alla presenza di una vasca di stoccaggio coperta, con recupero di biogas e di ampiezza tale da contenere la produzione di digestato di almeno 30 giorni.
Nell’estratto sottostante, al punto 8 documento Sinadoc 2024/26760, per gli interventi previsti da eseguire, si cita una vasca di stoccaggio che, per il volume descritto, appare piccola per tale utilizzo e si parla di una unica non una per centrale, sempre che non si intenda per la sola Energy Quattro, essendone mittente del documento.
Importante diviene il periodo di stoccaggio anche per la prevenzione della salmonella e della Escherichia Coli come cita l’estratto da “Manuale operativo – il digestato agricolo per la fertilizzazione organica”:
“Un ulteriore aspetto da considerare, di notevole importanza per il settore, è l’effetto del
tempo di stoccaggio; diversi studi hanno evidenziato il positivo effetto che lo stoccaggio
prolungato esercita sullo stato igienico-sanitario del digestato, che risulta ulteriormente
migliorato rispetto al digestato “fresco” appena scaricato dai digestori. In sintesi, un efficiente
processo di degradazione biologica, unito alla successiva fase di stoccaggio, riduce
la carica patogena totale inizialmente presente, garantendo un netto miglioramento
dello stato igienico-sanitario complessivo del digestato.
Sempre in relazione al documento Sinadoc 2024/26760 si richiedono chiarimenti su quanto attesta il primo punto sui permessi/concessioni dove si cita “permesso di costruire ai sensi…rilasciato dal comune di Masi Torello” (?).
Conclusioni
Fermo restando quanto asserito sin dall’inizio sulla valutazione negativa a rilasciare concessioni a produrre eco-combustibili da centrali a biomasse, ci si chiede quali possono essere i benefici per la comunità:
– chi si accollerà i costi del ripristino del manto stradale?
– vi è uno studio atto a portare meno disagio possibile per la viabilità?
– vi sarà una diminuzione delle tariffe del metano, pompe di distribuzione metano per autotrasporto con tariffe agevolate per i cittadini?
– i vettori da e per la centrale andranno e usufruiranno del metano della centrale? – la costruzione del definito “parco energetico” originale è risaputo poggiava su fondamenta altamente inquinanti, é stata concepita una bonifica dell’area, senza la quale non si dovrebbe neppure ipotizzare di rilasciare un avviamento alla produzione?
– non avendo visionato altra documentazione si presume che anche Energy Due abbia inoltrato entro i termini la richiesta all’Arpae di modifica come Energy Tre e Quattro.
Considerazioni finali
Considerando lo scarso bisogno di manodopera occorrente a far funzionare le centrali rispetto al “disagio” provocato alla popolazione nonché i discutibili benefici dall’uso del digestato nei campi e le certe emissioni in aria d’inquinanti rimaniamo fortemente dubbiosi e seriamente preoccupati sulla riconversione dell’Energy Uno e della rinnovata operatività delle Energy Due Tre e Quattro.
Il ComitatoAriaNuova
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OGGETTO: D.Lgs. 387/2003, L.R. 26/2004 e D.Lgs. 28/2011
Ferrara, 26 agosto 2024
Comune di Bondeno – Albo Pretorio comune.bondeno@pec.it
Provincia di Ferrara – Albo Pretorio provincia.ferrara@cert.provincia.fe.it
Società Energy Uno Srl Soc. Agricola(C.F. e P. IVA 01802530384) con sede legale in Comune di Bologna – Via della Zecca, 1 CAP 40121.
Istanza di autorizzazione unica per la riconversione di impianto biogas, autorizzato dalla Provincia di Ferrara con atto n. 99639 del 2009 e ss.mm. in un impianto per la produzione di biometano da biomasse di origine vegetale ed effluenti zootecnici, in Comune di Bondeno (FE) 44012 – Via Zerbinate 46b. N.C.T. Foglio 79 particella 228
Richiesta pubblicazione avviso di deposito all’Albo Pretorio.
Con la presente si trasmette l’avviso di deposito per la pubblicazione all’Albo Pretorio di codesto Comune e Provincia di Ferrara per il periodo dal 11/09/2024 al 21/10/2024 (per 40 giorni consecutivi ai sensi della L.R. 24/2017).
Tale pubblicazione si rende necessaria anche ai sensi dell’art. 52 ter, comma 2, del D.P.R. n. 327/2001, ai fini di ottemperare all’obbligo di comunicare l’avvio del procedimento amministrativo ai soggetti titolari di interessi pubblici o privati, ai portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati.
Si chiede l’invio della relata di pubblicazione.
Distinti saluti
Dott. Marco Roverati
Dirigente delegato Servizio Autorizzazioni e
Concessioni – ARPAE Ferrara
con firma digitale
Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna
Sede legale Via Po 5, 40139 Bologna | tel 051 6223811 | posta cert. dirgen@cert.arpa.emr.it | www.arpae.it | P.IVA 04290860370 Servizio Autorizzazioni Concessioni di Ferrara – Unità Autorizzazioni complesse ed Energia
Via Bologna 534, 44124 Ferrara tel 0532 234933| PEC aoofe@cert.arpa.emr.it
|
ARPAE – SAC FERRARA – AVVISO DI DEPOSITO
D.Lgs. 387/2003, L.R. 26/2004 e D.Lgs. 28/2011
Energy Uno Srl Soc. Agricola(C.F. e P. IVA 01802530384) con sede legale in Comune di Bologna – Via della Zecca, 1 CAP 40121
Domanda di autorizzazione unica per la riconversione di impianto biogas, autorizzato dalla Provincia di Ferrara con atto n. 99639 del 2009 e ss.mm. in un impianto per la produzione di biometano da biomasse di origine vegetale ed effluenti zootecnici, in Comune di Bondeno (FE) 44012 – Via Zerbinate 46b. N.C.T. Foglio 79 particella 228
Si avvisa che la ditta Energy Uno Srl Soc. Agricola (C.F. e P. IVA 01802530384) con sede legale in Comune di Bologna – Via della Zecca, 1 CAP 40121 ha presentato l’istanza in oggetto per la riconversione di impianto biogas, autorizzato dalla Provincia di Ferrara con atto n. 99639 del 2009 e ss.mm. in un impianto per la produzione di biometano da biomasse di origine vegetale ed effluenti zootecnici, in Comune di Bondeno (FE) 44012 – Via Zerbinate 46b. N.C.T. Foglio 79 particella 228
Il biometano prodotto dall’impianto verrà immesso nella rete appartenente a Snam Rete Gas tramite la realizzazione di un metanodotto.
L’impianto intende trattare annuo pari a 40.000 t/a di biomassa vegetale, reflui zootecnici e sottoprodotti dell’industria agroalimentare, per una produzione di biometano complessiva dovuta anche al contributo del biogas prodotto dagli impianti di proprietà di Energy Due S.a, Energy Tre S.A. ed Energy Quattro sarà di 1000 Smc/h.
Ai sensi del D.Lgs 199/2021 e smi, art. 20, comma 8, lettera c-ter), punto n°1, l’impianto di produzione di biometano ricade in area idonea in quanto area agricola racchiusa nel perimetro dei 500m da zone a destinazione industriale, artigianale e commerciale.
Sono previste opere di mitigazione e di invarianza idraulica.
Assieme alla realizzazione dell’impianto, è stato richiesto:
● Autorizzazione Unica Ambientale per le emissioni settoriali;
● titolo edilizio;
● parere del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ferrara in materia di prevenzione incendi; ● autorizzazione alla costruzione ed esercizio del metanodotto;
● nulla osta aeroportuale/aeronautico;
La documentazione allegata all’istanza corredata degli elaborati indicanti le aree per le quali viene richiesta la pubblica utilità con costituzione di servitù di elettrodotto, è depositata presso l’Unità Autorizzazioni complesse ed Energia – Arpae Ferrara – Via Bologna n°534 Ferrara – dove gli interessati potranno prenderne visione previo appuntamento (email: nsacco@arpae.it).
La documentazione di progetto allegata all’istanza è inoltre visionabile al seguenti link: https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1m12ANAjgbd9U50GSYd2tk9XW6onwhy1- Le aree interessate dal progetto sono appartenenti al catasto del Comune di Bondeno(FE): Foglio 79 particella 228.
I soggetti interessati potranno presentare osservazioni scritte, in carta semplice, entro 40 (quaranta) giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data di pubblicazione del presente avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, sull’Albo Pretorio Telematico della Provincia e del Comune di Bondeno e sul quotidiano a diffusione locale scelto dal Proponente.
La durata del procedimento è pari a 60 giorni e dovrà concludersi entro il 27/10/2024, salvo sospensione del medesimo causa richiesta di integrazioni da parte degli Enti della Conferenza di Servizi.
Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna
Sede legale Via Po 5, 40139 Bologna | tel 051 6223811 | posta cert. dirgen@cert.arpa.emr.it | www.arpae.it | P.IVA 04290860370 Servizio Autorizzazioni Concessioni di Ferrara – Unità Autorizzazioni complesse ed Energia
Via Bologna 534, 44124 Ferrara tel 0532 234933| PEC aoofe@cert.arpa.emr.it
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L’autorità competente al rilascio dell’Autorizzazione Unica ai sensi della L.R. 13 del 2015 art. 78 è ARPAE, la Dirigente delegato del Servizio Autorizzazioni e Concessioni di Arpae Ferrara è il Dott. Marco Roverati mentre il Responsabile del procedimento è il Dott. Alessandro Travagli.
Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna
Sede legale Via Po 5, 40139 Bologna | tel 051 6223811 | posta cert. dirgen@cert.arpa.emr.it | www.arpae.it | P.IVA 04290860370 Servizio Autorizzazioni Concessioni di Ferrara – Unità Autorizzazioni complesse ed Energia
Via Bologna 534, 44124 Ferrara tel 0532 234933| PEC aoofe@cert.arpa.emr.it
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A cura di Bregoli Andrea , Oddi Corrado , Pinnavaia Giangaetano, Travagli Sandra, Menghini Lorenzo
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Indice
La produzione di biogas/bio metano da biomasse (un po’ di storia) 3 Considerazioni di fondo sulla produzione di biogas/bio metano da biomasse 3 Narrazioni a sostegno della tecnologia 4 Riteniamo che l’approccio possa essere completamente diverso: 5
Le criticità 6 Le richieste dei comitati 11 Problematiche specifiche degli impianti già funzionanti o in fase progettuale 14 Appendice 1 Digestori in provincia di Ferrara (fonte ARPAE 20 Appendice 2 Progetto di ricerca del comitato provinciale e richieste ad ARPAE Ferrara 22
Bibliografia
23
3
La produzione di biogas/bio metano da biomasse (un po’ di storia)
La tecnologia del biogas non è certamente recente. Le prime applicazioni sono della fine degli anni ’70 del secolo scorso (USA, Australia, Canada, Gran Bretagna) Addirittura il Germania nel 1938 53 impianti urbani producevano 18 milioni di m3di biogas.
Per molti decenni in Italia la produzione di biogas si è realizzata prevalentemente in ambito agricolo per ricavare energia, da utilizzare prevalentemente all’interno delle stesse aziende, utilizzando gli scarti della attività di questo comparto, sostanzialmente
biomassa vegetale e deiezioni animali. Secondo i dati del
Consorzio Italiano Biogas (CIB), all’inizio del 2020 erano
operativi più di 1.500 impianti di biogas, di cui 1.200 in
ambito agricolo.
Il prof. Setti, docente dell’Università di Bologna, dove si
occupa di biochimica industriale applicata ai sistemi energetici
rinnovabili ed in particolare allo sviluppo di bio raffinerie per
la valorizzazione chimica ed energetica degli scarti agro
alimentari, ha svolto in una recente conferenza una serie di
considerazioni sulla produzione di biogas nel nostro paese
partendo dai dati di quali oggi siano le diverse fonti che
vengono utilizzate per la produzione energetica oltre ai
consumi e le evoluzioni previste.
Attualmente l’Italia, nel settore biogas, si colloca al quarto posto al mondo dopo Germania, Cina e Stati Uniti, con circa 2200 impianti operativi, di cui circa 1.730 nel settore agricolo e circa 470 nel settore rifiuti e fanghi di depurazione, per un totale di circa 1.450 MWe (megawatt elettrici) installati. Di questi, secondo il Gestore Servizi Energetici, circa 1000 sono nel settore agricolo.
Setti sui materiali utilizzabili nei digestori. La quota più rilevante tra i materiali organici è rappresentata dalle deiezioni animali (130.000.000 di t/anno), seguita dai FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) con 10.000.000 di t/anno, quindi i residui colturali (8,5 milioni di t/anno) e a seguire gli scarti agro-industriali con 5 milioni, i fanghi di depurazione con 3,5 milioni di t/anno e infine le colture energetiche equivalenti alla produzione di 200.000 ha di coltivazioni. Il trattamento di queste biomasse porterebbe ad una produzione stimata di circa 11 miliardi di m3 di biogas/anno, corrispondenti a 20 TWh (terawattora)/anno di energia elettrica.
Considerazioni di fondo sulla produzione di biogas/bio metano da biomasse
La produzione di biometano non è un metodo né economico né pulito, ma, soprattutto, non lo si può considerare “economia circolare”. L’unica vera economia circolare è quella della natura che, attraverso l’energia solare utilizzata dagli organismi vegetali, sintetizza materia organica che funge da nutrimento per gli organismi animali; questi ultimi, assieme ai vegetali, quando muoiono, vanno incontro a processi di decomposizione che danno luogo all’humus, nutrimento per la terra, da cui nasceranno nuove piante, in un ciclo continuo (citato da Tamino).
Una precisazione da fare è quella relativa al prefisso Bio che si trova nella terminologia che indica gli impianti che trattano materiali organici, i Bio-digestori, e i prodotti che ne derivano, Bio-gas e Bio-metano. Il prefisso bio, in questo caso, non ha un significato che possa riferirsi a un processo o prodotto sostenibile, ma un riferimento a un processo Biotecnologico, inteso come l’applicazione alla produzione industriale di organismi e processi della biologia. Il termine “bio” (come sostiene Gianni Tamino, autorevole rappresentante di ISDE-Medici per l’ambiente), significa vita e richiama l’idea di origine naturale e organica, ma anche il petrolio e il carbone in fondo sono di origine naturale. Al termine “bio” viene normalmente attribuita una valenza positiva e “naturale”, e di conseguenza queste tecnologie vengono in tal modo considerate far parte della cosiddetta “green economy”. “La mistificazione del linguaggio, in questo caso, è strumentale a una politica di
4
proliferazione di queste tecnologie sotto l’ombrello dell’ecologia e del rispetto della natura”. Il bio metano prodotto dagli impianti a biomasse non si differenzia dal gas naturale1: entrambi sono costituiti prevalentemente da metano.
Numerosi studi (1-2) dimostrano che dal punto di vista economico in questi impianti la sola vendita del metano, o dell’elettricità generata dal biogas, non compensa i costi: finito l’incentivo, semplicemente usciranno dal mercato, perché avranno costi di produzione dell’energia troppo alti. Vedremo impianti spiaggiati come balene quando, finita l’epoca degli incentivi, i conti non torneranno più.
Bio-metano da biomasse sostenibile? Fonte energetica
rinnovabile?
Viene detto (ad esempio dalle imprese coinvolte nella
progettazione e realizzazione degli impianti a biomasse) che
“il bio-metano, affinché sia considerato davvero sostenibile
e conveniente, deve provenire da residui organici come gli
scarti agricoli (si parla in questi casi di biometano
avanzato). A queste condizioni può considerarsi una fonte
energetica rinnovabile che permette non solo di aumentare l’autonomia energetica italiana ma anche di raggiungere gli obiettivi ecologici che il paese si è posto nell’ottica della Transizione Ecologica”. A proposito di “bio”metano, ricordiamo anche che esso risulta indistinguibile nella sua struttura chimica da quello di origine fossile, e che questo gas deve essere combusto per essere utilizzato. Diversi recenti studi (3) mostrano altresì come i mezzi pesanti alimentati a metano emettano più CO2 e particolato di quelli alimentati a diesel o a benzina. E’ noto che le combustioni in generale non possono rappresentare un’alternativa alla decarbonizzazione ad “emissioni zero” né tanto meno uno strumento di contrasto ai cambiamenti climatici. Occorre considerare altresì che un impianto di biogas da 1 MWh necessita di circa 400 ettari di terreno per coltivare mais e sorgo come “materia prima”, per cui oggi i 1.600 impianti attuali in gran parte nel Nord Italia “occupano” oltre 640.000 ettari sottratti alle coltivazioni per l’alimentazione umana e zootecnica. (https://www.isde.it/17986- 2/).L’utilizzo inoltre di sottoprodotti agricoli (stocchi di mais, paglie etc) per la produzione di biometano avanzato moltiplicherà in maniera esponenziale gli ettari necessari per alimentare ogni singolo impianto.
Narrazioni a sostegno della tecnologia :
∙ Il CIB è la prima aggregazione volontaria che riunisce aziende agricole produttrici di biogas e biometano da fonti rinnovabili; società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e servizi per la produzione di biogas e biometano; enti ed istituzioni che contribuiscono alla promozione della digestione anaerobica per il comparto agricolo. Il CIB è attivo sull’intera area nazionale e rappresenta tutta la filiera della produzione di biogas e biometano in agricoltura, con l’obiettivo di fornire informazioni ai Soci per migliorare la gestione del processo produttivo e orientare l’evoluzione del quadro normativo per favorire la diffusione del modello del Biogas fatto bene e raggiungere gli obiettivi al 2050 sulle energie rinnovabili e la lotta al cambiamento climatico). Il biometano è un vettore energetico importante, in particolare nel contesto italiano. A seguito di modifiche legate ai nuovi
1Il gas naturale è un gas, utilizzato come combustibile, che si forma nel sottosuolo prodotto dalla decomposizione anaerobica di materiale organico. E’ composto per oltre il 90 per cento da metano (CH4), l’idrocarburo incolore e inodore più semplice presente in natura, che viene estratto da giacimenti sotterranei mediante trivellazioni. In natura si trova comunemente allo stato fossile, insieme al petrolio, al carbone o da solo in giacimenti di gas naturale. Il metano si forma anche sulla superficie terrestre nei processi di fermentazione in assenza di aria, ad esempio sotto la superficie di acquitrini e paludi (torbiere).
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meccanismi di incentivo, un dibattito sulle azioni concrete per un mercato sostenibile del biometano che dia valore e attenzione all’ambiente anche contrastando il cambiamento climatico. https://www.consorziobiogas.it (Consorzio Italiano Biogas)
https://www.consorziobiogas.it/il-cib-partecipa-alla-nuova-edizione-di-fieragricola/ ∙ L’energia dai biogas rappresenta una delle fonti alternative alla energia fossili maggiormente utilizzate. Si tratta di un gas totalmente naturale poiché viene ottenuto dalla fermentazione anaerobica di biomasse che possono avere diverse origini /es frazione organica dei rifiuti solidi urbani, scarti di lavorazione agricola reflui zootecnici, etc…) Il grande e vantaggio è la possibilità di riutilizzare materiali di scarto dando loro valore economico, ambientale e sociale. Inoltre, come vedremo, le energie da biogas hanno un impatto nullo, infatti le emissioni da biogas possono essere considerate net zero, ovvero non viene liberata nell’atmosfera nuova anidride carbonica risetto a quella precedentemente assorbita dalle piante. Ecco tutto quello che bisogna sapere sul biogas, la risorsa considerala essenziale per la transizione ecologica verso un sistema energetico 100% green e, rinnovabile e sostenibile (Sorgenia) https://www.sorgenia.it/guida-energia/biogas
∙ Il biogas è una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile. È il frutto della fermentazione, in assenza di ossigeno e a temperatura controllata, di sostanze di origine organica (animale o vegetale) ad opera di numerosi batteri. Questo processo di degradazione delle biomasse (provenienti da residui agricoli, reflui zootecnici o fognari, colture di integrazione, frazione organica dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziati, ecc.) si chiama digestione anaerobica. Il risultato è composto dal biogas, che possiede un alto potere calorifico e può essere convertito in elettricità̀ e calore grazie a un cogeneratore, e dal residuo della fermentazione, il digestato, un materiale liquido che viene utilizzato come fertilizzante naturale nelle coltivazioni. Il biogas è composto dal 45 al 70% da metano e nella parte restante da anidride carbonica (altre sostanze presenti in minor percentuale sono ossido di carbonio, azoto, idrogeno, idrogeno solforato).Nell’ottica della lotta ai cambiamenti climatici, uno dei temi più importanti dell’agenda mondiale dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, il biogas viene indicato dalle istituzioni internazionali come una delle principali risorse che può garantire l’autonomia energetica e la riduzione graduale dell’attuale stato di inquinamento dell’aria e dell’effetto serra. L’industria del biogas, quindi, giocherà sempre di più un ruolo decisivo nella transizione energetica, nel processo verso la decarbonizzazione e nella green and circular economy. I vantaggi del biogas: Fonte di energia pulita e flessibile
– Genera energia elettrica e calore
– Garantisce l’autonomia energetica
– Valorizza scarti e sottoprodotti
https://www.iesbiogas.it/cose-il-biogas (Iesbiogas)
Riteniamo che l’approccio possa essere completamente diverso:
Gianni Tamino (biologo, membro della Associazione italiana Medici per l’Ambiente, ISDE, e già docente dell’Università di Padova ed europarlamentare del gruppo dei Verdi) spiega perché non si può parlare di fonte rinnovabile per il bio-metano. “Si può parlare di fonti rinnovabili solo se nel territorio di origine e nel tempo di utilizzo quanto consumato si ripristina. Ciò vale per l’energia solare e quelle derivate come il vento e l’energia idrica, ma non si applica totalmente alle biomasse intese come materiale prodotto da piante e destinato alla combustione. Infatti se distruggo un bosco e brucio la legna, il bosco non si rigenera nel tempo di utilizzo per la combustione della legna. Posso usare solo il surplus dell’attività forestale. Ancora più complesso il discorso se le biomasse provengono da colture agricole dedicate”.
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Nello studio “Feasibility of Large Scale Biofuel Production”2i professori Giampietro, Ulgiati e Pimentel scrivono: “La produzione su larga scala di combustibile di provenienza agricola non costituisce un’alternativa all’uso corrente del petrolio e non è neanche una scelta consigliabile per sostituirne una porzione significativa”*. Il biocombustibile rappresenta infatti una perdita di energia netta, dato che richiede oltre il 50% di energia in più di quella che si può ottenere dal prodotto stesso.
Un impianto a biomasse alimentato da
coltivazioni dedicate ha un bilancio energetico
molto basso, perché occorre calcolare tutta
l’energia necessaria per la produzione agricola
(fertilizzanti, fitofarmaci, irrigazione,
trasformazione, trasporti, ecc) e quella necessaria
per far funzionare l’impianto. Alimentare
l’impianto con prodotti agricoli (mais, triticale,
ecc.), che consumano terreno utile per produrre
cibo, è un problema anche di ordine etico: si
preferisce bruciare alimenti mentre vi sono
difficoltà di approvvigionamento in varie parti del
pianeta e noi, nel contempo, importiamo cibo dall’estero. Anche il bilancio della CO2 di conseguenza è negativo!
Infine va tenuto presente che si dovesse coprire il 10% del fabbisogno energetico italiano utilizzando le biomasse, ci vorrebbe una superficie di coltivazione grande 3 volte l’Italia. Documento ISDE/Comitato biogas Manziana
Le criticità
1-Impatto ambientale del metano
Poche le fonti dove si evidenziano pregi
e difetti di questa tecnologia. Tra questi
il sito di Sorgenia
(https://www.sorgenia.it/guida
energia/biogas), dove a proposito della
logistica dei siti produttivi si legge che
“la pianificazione di un impianto deve
valutare attentamente il bacino di
approvvigionamento delle biomasse in
ingresso, che se reperite a distanza
troppo elevata rendono l’attività
ambientalmente ed economicamente
non sostenibile”.
Il chimico Vincenzo Balzani, coordinatore di Energie per l’Italia, considera il metano la “nostra ossessione”. Nel caso del biogas si tratta di un’opzione insostenibile, perché utilizzando biomasse da produzione agricola l’efficienza della fotosintesi clorofilliana si abbassa fino allo 0,2%. Se invece nella stessa porzione di terreno metto il fotovoltaico, convertendo così l’energia solare in elettricità, con il 20% di efficienza, ottengo 100 volte più del biogas. Il metano ha un impatto
2Feasibility of Large-Scale Biofuel Production: Does an enlargement of scale change the picture?, M. Giampietro, S. Ulgiati e D. Pimentel, BioScience, Volume 47, Issue 9, October 1997, Pages 587–600, https://doi.org/10.2307/1313165
7
climalterante 85 volte quello della CO2 su un arco di 20 anni, anche se la CO2 ha un tempo di permanenza in atmosfera per migliaia di anni, mentre il metano scompare in circa 10-15 anni. Altri aspetti da considerare:
– Aumento della mobilità verso e dalle centrali
– Inquinamento da sostanze odorigene, COV ,ammonica. acido solfidrico – Emissioni dirette dagli impianti
– Sottrazione di produzione agricola per uso alimentare
2- Il basso rendimento energetico del biometano
Se, come è corretto fare, si costruisce un bilancio energetico
compiuto di tutto il ciclo che porta alla produzione di
biometano e del suo utilizzo, tenendo dunque conto di quella
impiegata nella produzione a monte del processo, di quella
relativa alla digestione anaerobica e di purificazione del
biometano, nonché del ruolo del trasporto per l’alimentazione
dell’impianto, non è difficile concludere che esso è
decisamente basso. In ogni caso, è molto significativo l’Indice
di Ritorno Energetico ( EROI), che misura il rapporto tra
energia realizzata ed energia consumata: ebbene, per la
produzione di biometano, esso arriva a 1,4, mentre la soglia
che viene considerata come quella di riferimento per la
sostenibilità economica è pari a 3. Per fare un raffronto,
l’EROI riferito alla produzione di energia eolica è pari a 5,
mentre arriva a 7 per il fotovoltaico.
3- La produzione di biometano si sostiene solo grazie ai forti incentivi previsti Nei prossimi anni è previsto un forte
incremento del ricorso al biometano, trainato
dalle risorse stanziate dal PNRR che dedica
al suo impulso circa 1,7 mld. di Euro per la
costruzione di nuovi impianti e la
riconversione di quelli di biogas esistenti. Il
decreto biometano, approvato nell’ottobre
2022, sblocca tali risorse, con validità fino al
giugno 2026, prevedendo, in primo luogo, un
contributo a fondo perduto in conto capitale
del 40% sulle spese ammissibili
dell’investimento sostenuto, nei limiti del costo massimo di investimento ammissibile, e un incentivo sulla produzione, con tariffe differenziate sulla base dei costi degli impianti. L’obiettivo è quello di arrivare ad una produzione annua di 6 miliardi di mc rispetto agli attuali 220 milioni di mc, con l’idea di realizzare oltre 1000 impianti entro il 2026, tra conversioni di unità a biogas e impianti del tutto nuovi. In buona sostanza, questo orientamento, che giudichiamo sbagliato per le argomentazioni sviluppate sopra, si sostiene solo grazie a questo forte sistema di incentivazione, che garantisce profitti importanti alle aziende, e viene legittimato con una forte operazione di greenwashing, per cui la produzione di biometano viene presentata come fonte rinnovabile.
4- Il digestato
Quando parliamo di sostenibilità del processo di digestione anaerobica, non dobbiamo trascurare quello che è l’ultimo anello della filiera del biogas. Non tutta la massa, che si trova all’interno del digestore, viene trasformata in biogas circa un 50-60 % alla fine del processo di gassificazione
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rimane. Il digestato è composto da una frazione solida e una liquida. Le sue caratteristiche sono di fondamentale interesse affinché si possa rendere sostenibile l’intero processo produttivo del biogas. Non viene considerato dalla normativa vigente un rifiuto della produzione bensì un valore aggiunto con caratteristiche importanti che lo rendono “prezioso e utile”.
L’uso agronomico solleva due grandi questioni, la prima è quella che riguarda le caratteristiche e le proprietà del digestato come ammendante e fertilizzante, la seconda, di carattere ambientale e di riflesso legislativo, riguarda appunto la sostenibilità ambientale di questo utilizzo e la legislazione che esso produce. Infatti l’utilizzo del digestato (derivante da effluenti e colture) come fertilizzante è sottoposto alla direttiva nitrati. La provincia di Ferrara e dichiarata zona vulnerabile ai nitrati ed è quindi assolutamente necessario la riduzione della percolazione dell’acqua in terreni rappresentativi dell’area attraverso l’applicazione di tecniche di agricoltura conservativa,
I digestori anaerobici e in particolare nel processo di distribuzione del percolato (frazione liquida del digestato) rilasciano emissioni in atmosfera di tipo diffuso come i composti azotati (prevalentemente ammoniaca e ossido d’azoto), i composti solforati (zolfo) e i composti organici volatili (i cosiddetti COV) come diossina, idrocarburi aromatici ftalati e fenoli .
I prodotti citati si accumulano nell’ambiente e nei tessuti animali, creando anche a basse concentrazioni, danni a lungo termine all’apparato cardio-respiratorio, al sistema nervoso, alla vista, al feto in gravidanza, con la potenzialità a basse dosi di stimolare il cancro del colon. Si rileva inoltre presenza di acido solfidrico responsabile di odori molesti, a causa del quale decine di segnalazioni delle persone che vivono a qualche chilometro di distanza dai biodigestori, esasperate dai cattivi odori che provocano anche sintomi fisici (problemi respiratori, nausea, mal di testa, irritazione agli occhi, alla gola ) stress
psicologico (ansia, depressione)
problemi nel sociale (impoverimento
della qualità dell’ambiente,
svalutazione dei beni e perdita del loro
normale uso, interferenza con le
attività commerciali, turistiche,
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incertezza sulla sicurezza…) , imprevedibilità del disturbo persistenza nel tempo impossibilità di difendersi .
Il digestato contiene componenti minori in tracce quali, idrogeno solforato e altri composti dello zolfo, i silossani (composti organici della silice), composti aromatici e alogenati. Anche se le quantità di questi composti sono basse rispetto al metano, esse possono avere impatti ambientali pesanti sullo strato di ozono stratosferico, sull’effetto serra e sul peggioramento della qualità dell’aria a livello locale.
Agli effetti delle emissioni di composti nocivi vanno sommati quelli che riguardano i COV (composti organici volatili). Questi composti sono dannosi per l’ambiente e per l’uomo, poiché reagendo con gli ossidi di azoto formano ozono e smog per reazione fotochimica. L’esposizione prolungata a composti organici volatili può causare danni al fegato, reni e sistema nervoso centrale.
Oltre a presentare vari gradi di tossicità cronica i COV sono anche responsabili di odori molesti. Nel biogas, inoltre, potremmo trovare composti
alogenati rappresentati da sostanze contenenti
cloro, bromo, fluoro e composti organo clorurati, la
cui combustione a temperature inferiori ai 400 °C
determina la formazione di diossine. La
combustione del biogas direttamente da digestione
anaerobica, oltre a immettere nell’atmosfera CO2
causa la formazione di polveri sottili (pm10), fini
(pm2.5) e ultrafini (pm0.1). Queste problematiche
sono amplificate dalle tecniche di distribuzione.
L’articolo 15 del regolamento regionale (12)
prevede un apporto di azoto al campo non superiore a 170 kg per ettaro e per anno ma considerata la crescita dei funghi nei campi coltivati si presume che i quantitativi di sostanza organica almeno del 3%. Dopo lo spargimento del digestato sono presenti nei fossi notevoli quantità quando bisognerebbe evitare il percolamento data la vulnerabilità dei terreni ai nitrati.
Di non poco conto sono la svalorizzazione degli immobili che si trovano nelle vicinanze dell’impianto e il danno d’immagine alle colture agricole come il riso e la pera. La digestione anaerobica dei materiali inorganici comporta il rilascio di composti volatili, che determinano seri problemi di carattere odorigeno, ovviamente amplificati quando l’impianto di produzione si trova vicino a insediamenti abitativi.
5- la viabilità
Gli impianti portano ad un considerevole incremento del traffico pesante. Le migliaia di tonnellate di biomasse necessarie ad alimentare i digestori difficilmente sono reperibili in un bacino ristretto ed è quasi generale la non sostenibilità territoriale di questi impianti. Le biomasse devono far riferimento anche alla presenza di allevamenti intensivi e provengono spesso da altre regioni.
La normativa vigente nella nostra Regione (DAL 51/2011) imporrebbe, nel procedimento di autorizzazione, una valutazione delle distanze di approvvigionamento delle biomasse ma questa è assolutamente disattesa sia in considerazione della possibile variabilità delle forniture ma soprattutto per una valutazione esclusivamente basata su “lettere di intenti” di possibili fornitori e su dichiarazioni di utilizzo di mezzi, genericamente definiti e non verificabili.
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Il traffico di mezzi pesanti, camion, trattori,
carribotte etc di servizio agli impianti non ha
vincoli legati al codice della strada, possono
circolare ogni giorno e ad ogni orario (è
vanto degli impianti il funzionamento 7/24!)
e in ogni tipologia di strada, con l’inevitabile
attraversamento di centri abitati.
Le migliaia di viaggi da e per le centrali, e
per lo spandimento del digestato,
comportano rischi rilevanti per la salute e la
sicurezza dei residenti e degli utenti delle strade e non è secondario il problema dell’usura delle sedi stradali che comporta a sua volta, oltre che a notevoli rischi per la sicurezza, un aggravio di costi per la collettività.
(Il traffico di mezzi pesanti che trasportano
scarti solidi di lavorazione per l’impianto:
una miriade di mezzi ingombranti quali
camion telonati ed enormi trattori con
rimorchi e botti (presumibilmente pieni di
liquami) che, quotidianamente invadono il
centro con un’unica caratteristica comune;
attraversarlo a velocità sostenuta e spesso
con atteggiamenti di guida disinvolti.
Questi mezzi rappresentano, dunque, un
quotidiano pericolo per la sicurezza della
circolazione, soprattutto per gli utenti deboli quali pedoni e ciclisti (quasi bambini e anziani), oltre a determinare pesanti aggravi nei costi di manutenzione del manto stradale da parte della provincia, ente proprietario della strada.
Dunque, aumento di costi con soldi pubblici che potrebbero, e dovrebbero, essere spesi diversamente, magari per garantire servizi che la pesante crisi di bilancio degli enti mette ad effettivo rischio. Nella concessione rilasciata proprietari/gestori dell’impianto, sono indicate anche quelle relative ai percorsi per i mezzi che riforniscono l’insediamento completamente disattesi.)
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Le richieste dei comitati
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1. Pianificazione degli impianti: (evitare il cumulo di impianti in zone circoscritte ) valutare il cumulo degli impatti, non tenendo conto solo della distanza fra gli impianti ma delle ricadute complessive a livello territoriale: ettari di coltivazioni necessari, distanze delle biomasse, ricadute sulla viabilità, ricadute ambientali.
2. Non approvare nuovi impianti in provincia di Ferrara, quelli presenti manifestano un’impronta ecologica già al limite
3. Non autorizzare la trasformazione di biogas in biometano evitando la costruzione di nuove infrastrutture di distribuzione. Rinaturalizzare i siti come previsto dalle AU.
4. Non autorizzare gli impianti ai quali scade l’AUA .L’unica deroga per gli impianti legati alle aziende agrarie e di piccole dimensioni
5. Considerare il digestato un rifiuto industriale e inviarlo agli impianti di depurazione prima della distribuzione nel terreno. Prevedere l’analisi chimica del digestato che deve essere congruente con il piano di concimazione che l’azienda deve obbligatoriamente elaborare.
6. Il digestato palabile mescolato con materiale cellulosico deve essere sottoposto a trattamento aerobico per almeno 120 giorni per consentire la sua trasformazione in compost e verificare chimicamente la presenza di acidi umici e fulvici.
7. Verificare nel digestato, sia liquidi che palabile, la presenza di salmonelle, botulino e sottoporlo ad un processo di pastorizzazione
8. Verificare nel digestato palabile e non la presenza di pesticidi (PFAS e Glifosate ) e di metalli pesanti.
9. Nelle eventuali autorizzazioni richiede obbligatoriamente il PRA (Programma di Riconversione o Ammodernamento dell’attività agricola (PRA), quale strumento finalizzato alla dimostrazione dell’esigenza di interventi di nuova costruzione di fabbricati produttivi per le aziende agricole, ivi compresi gli ampliamenti dei fabbricati esistenti.)
10. Nel caso di nuove autorizzazione, o di rinnovo prevedere attività di coinvolgimento della popolazione e obbligatoriamente prevedere la partecipazione nella conferenza dei servizi di una rappresentanza del comitato provinciale o locale.
11.Che in sede di autorizzazione sia garantita la valutazione contestuale degli interessi pubblici coinvolti, mettendo a confronto sia gli interessi degli operatori economici sia gli interessi di cui sono titolari singoli cittadini e comunità che devono trovare nell’ente locale il loro massimo rappresentante e garante.
12. E’ possibile, invece, individuare un’altra strada: si può ragionare di impianti di piccole dimensioni, alimentato da matrici corrette, che non producano né biometano né digestato, ma compost, che si riferiscano ad una logica di prossimità territoriale e riescano quindi a superare le criticità relative all’inquinamento e alla situazione odorigena. Parliamo della possibilità di costruire impianti di compostaggio aerobico di piccole dimensioni o di
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comunità, questi sì che potrebbero essere opportunamente incentivati, e che si muovono entro l’impostazione dell’economia circolare, per cui si ricicla la materia e si utilizzano fonti realmente rinnovabili
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Problematiche specifiche degli impianti già funzionanti o in fase progettuale
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Scheda 1 Formignana |
Il digestore di Formignana è un impianto di produzione di energia elettrica, tramite biogas, realizzato nel Comune di Formignana (FE). Gestito dalla Formignana Biogas Società agricola a.r.l., produce, biogas ottenuto mediante processo di digestione anaerobica di mais, triticale e sorgo e dal 17 giugno 2016 con l’uso di pollina del vicino allevamento di polli. L’autorizzazione risale al 7 giugno 2012 valida per 15 anni.
L’impianto utilizza per la produzione di metano prevalentemente mais ottenuto nei 198,37 ettari affittati dalla Fondazione Navarra dove viene anche sparso il digestato. La fondazione riceve annualmente un compenso di 294.000 euro. Altri 45,94 vengono utilizzati per la sola distribuzione del digestato per una SAU totale di 234,35 Ha. Tutti i terreni sono localizzati nel comune di Tresignana 45 ha nel comune di Jolanda di Savoia. L’impianto è dotato di due digestori collegati in parallelo ed aventi una capacità netta di 3.090 m3ciascuno. Il processo di fermentazione è di tipo mesofilo ossia avviene in un intervallo di temperatura compreso tra 35 °C e 40 °C.
La produzione attesa dell’impianto è di 7.876.000 kWh/anno. L’emissione generata dalla produzione di energia da biogas, il mix colturale di approvvigionamento, il trasporto è di 643,5 t CO2 eq /anno che corrispondono a 81,7 grammi di CO2 eq/KWh. Il valore medio di emissioni di CO2 per la produzione dell’energia elettrica in Italia di 53,1 g di CO2/KWh. (Ministero Ambiente). Che si abbassa ulteriormente se l’energia è ottenuta da impianti solari o fotovoltaici.
La biomassa utilizzata annualmente è di 17.350 tonnellate di cui 200 tonnellate di acqua il digestato tal quale in uscita è pari a 12.884 t/anno. Lo stoccaggio del digestato (frazione chiarificata) avviene in due vasche in terra della capacità geometrica di circa 5.000 m3ciascuna realizzate su uno strato di argilla. Il trasporto delle sostanze inserite nel digestore e del digestato in uscita secondo il progetto della ditta avviene sulle vie: Brazzolo (23 attraversamenti) Rossetta 190 carri anno In realtà sono molto di più.
Il digestato viene utilizzato come “fertilizzante agricolo” sparso sui terreni di cui l’azienda agricola dispone. Tali terreni sono vulnerabili ai nitrati di origine agricola (ZVN) così come contenuto nelle “Norme del Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna” e pertanto: l’apporto di azoto zootecnico da digestato non dovrebbe superare il valore di 170 kg/ha. L’apporto di azoto totale da digestato viene calcolato sulla media dei diversi liquami zootecnici di cui si conoscono le composizioni e non sulla base di analisi effettuati sul digestato stesso.
Per la frazione solida il coefficiente usato è quello degli ammendanti ma il digestato palabile non è un ammendante. il dosaggio medio di azoto distribuito con il digestato è pari a 265 kg/ha (dichiarato dall’azienda). Siamo molto lontani da un approccio agronomico suffragato da dati scientifici validati. Tutta la narrazione della sostenibilità dei biogas è green washing. La presunta sostenibilità si basa su informazioni false e ingannevoli verso consumatori e investitori.
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Scheda 2 Villanova progetto impianto bio metano |
La proprietà : Titolare dell’impianto è la Società ApisFe1, del gruppo Alvus e con finanziatori altri, iscritta alla Camera di Commercio di Bolzano il 3/12/2020, società agricola srl con capitale sociale di 10.000 €.
L’investimento sarà pari a 20 milioni di euro (+ IVA). Nell’ottobre 2023 Alvus, e le società collegate, sono state acquisite da VornBioenergy, società tedesca ramo operativo del fondo Macquaire nel settore delle energie rinnovabili, cioè impianti biogas e biometano e opera ora come Vornbioenergy Italia.
La produzione : L’impianto industriale, previsto nella zona est del territorio comunale, prevede una produzione annuale di biogas così ripartita: 8.303.750 Nm3, purificati e convertiti in biometano, immessi nella rete SNAM, e 4.483.646 Nm3 di biogas che rimarrà per un utilizzo interno, per alimentare il cogeneratore e a copertura degli autoconsumi dell’impianto stesso.
E’ stato stralciato dal progetto l’utilizzo di parte del metano prodotto per l’alimentazione dei mezzi di trasporto al servizio dell’impianto.
Le dimensioni ;L’impianto sarà il secondo in Regione per dimensioni. Il primo con utilizzo di biomasse non autoprodotte e non Forsu, come gli impianti di pari dimensioni di Hera a Sant’Agata Bolognese e Iren di Gavassa. Anche nelle graduatorie dei primi due bandi di finanziamento PNRR, gestiti dal GSE, è rilevabile il primato di questo impianto agricolo anche a livello nazionale.
In Provincia di Ferrara l’Azienda agricola Leona di Codigoro, produce biometano per 600 Sm3/h.(4)
Lavorerà 100.000 ton all’anno di colture di secondo raccolto (stocchi, paglia..), pollina ed effluenti zootecnici, sottoprodotti dell’industria agroalimentare. Le quantità prevalenti saranno 30.000 ton di stocchi e 30.000 ton di pollina. Alla fine del processo risulteranno 45.800 ton all’anno di digestato per utilizzo agronomico, da distribuire nei terreni che hanno conferito le biomasse. (5)
La portata dell’impianto sarà pari alla somma dei cinque impianti di produzione di biogas già presenti nel territorio nel raggio di 10 Km. Nei Comuni limitrofi sono inoltre presenti numerosi altri impianti (Ostellato, Migliarino, Tresignana, solo considerando la zona a Nord Est e a Est del territorio comunale). L’impianto occuperà una superficie di circa 14 Ha di terreno agricolo, terreno fertile attualmente e continuativamente coltivato nel tempo.
Il consumo di suolo sarà rilevante: piazzali asfaltati, vasche di stoccaggio, invaso etc, occuperanno i 2/3 di questa superficie e i 4 digestori avranno un’altezza di 9 metri fuori terra, e le cupole raggiungeranno i 20m, altezza molto superiore a quella dei capannoni del centro artigianale attiguo. Anche la realizzazione delle rotatorie funzionali all’impianto saranno un ulteriore fattore di trasformazione irreversibile. (6)
Il territorio : L’impianto è previsto nel territorio dell’ex Circoscrizione 4 (Est/Nord Est della città). Le disponibilità delle biomasse agricole e i carichi di traffico, comprendenti anche l’arrivo di prodotti da altre Province e altre Regioni, come è detto anche nel progetto, riguarderanno prevalentemente questa porzione di territorio comunale. Territorio che ha 34. 704 abitanti e una densità di popolazione inferiore solo a quella di Via Bologna. Sono numerose le frazioni e i borghi, e 4.048 persone, 1755 famiglie vivono in case sparse, che connotano in modo particolare questa zona rurale. La superficie di questa “circoscrizione” e di 13.674 ha. Per rispettare le distanze previste dal progetto per il conferimento delle biomasse, e a giustificazione dei principi dell’economia circolare, quasi la metà di questi dovrebbero essere coltivati a mais! Modificazioni climatiche, emergenza idrica e vocazioni diverse nelle produzioni agricole già presenti, rendono difficile garantire un approvvigionamento locale delle biomasse.(7)
Il traffico indotto :La valutazione sulla incidenza del traffico dovuto all’impianto è basata sui dati di progetto presentati dalla Società ApisFe1: 13.780 viaggi a/r all’anno per un totale di 358.341 km. I pareri espressi dai Servizi tecnici sull’incidenza dei passaggi orari dei mezzi diretti all’impianto, 1/2 passaggi all’ora/ direzione, 3 passaggi nei periodi di punta, non sono comprensibili, non è dato conoscere i criteri sulla base dei quali sono stati calcolati.
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La stessa ApisFE1 non nega l’esistenza della problematica legata al traffico. Non c’è certezza dei percorsi, perché nel progetto sono stati identificati a partire dalle sedi legali delle ditte “contoterziste”, né dei mezzi che verranno utilizzati.
Trattori con dumper, trattori con autobotte, trattori con carro compattatore insieme a camion con rimorchio sono i mezzi dichiarati ed è evidente che oltre alla quantità del traffico è indispensabile anche una valutazione qualitativa per misurarne in modo più efficace l’incidenza sulla rete viaria esistente e le ricadute in termini di inquinamento.
E’ certo che una parte consistente dei conferimenti arriverà da fuori Provincia e fuori Regione con percorrenze anche superiori ai 70 km.(8)
Le emissioni in atmosfera: Si conoscono i valori, allarmanti, delle emissioni in atmosfera, autorizzati da Arpae con l’Autorizzazione Unica Ambientale. Nello stesso Atto non è prevista l’autorizzazione all’utilizzo agronomico del digestato, perché non richiesto da Apis. Al momento dell’entrata in esercizio dell’impianto dovrà essere richiesta una modifica sostanziale dell’Autorizzazione, o per l’uso agronomico o per la produzione di compost.
Le autorizzazioni : L’impianto è stato autorizzato con Autorizzazione Unica di Arpae Ferrara il 10 novembre 2022, così come, con atto separato, è stato autorizzato alla stessa data anche il metanodotto di collegamento alla rete Snam. Alla scadenza del termine previsto per l’inizio lavori di un anno, Arpae ha concesso il nuovo termine a marzo 2026, su richiesta di Apis e d’ufficio per il metanodotto.
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Scheda 3 Bondeno |
Centrale a Biogas sorta nel 2010 e formata da 4 centrali da un MWh , costruita in prossimità di diverse abitazioni e comunque non lontano dal centro del paese.
La centrale e’ stata costruita speculando sui materiali e sulle tecnologie e quindi e’ nata con notevoli problematiche, per esempio le vasche di raccolta del percolato presentano delle crepe enormi, attraverso le quali il percolato stesso fuoriesce sul terreno e raggiunge la falda. E’ stata sbagliata la pendenza delle fognature, per cui il percolato ristagna provocando odori nauseabondi.
Non e’ asservita a nessun fondo e a nessuna industria per la lavorazione di prodotti agricoli, sottrae quindi terreni all’agricoltura per essere alimentata e di conseguenza non rispetta il criterio di economia circolare che e’ lo scopo principale per il quale dovrebbero essere costruite queste centrali Dovrebbe utilizzare solo trinciato di mais e triticale e liquami di suino come attivatore, ma spesso si
sentono odori di cipolla e di pollina, nonostante sia stato vietato l’utilizzo di questi prodotti. Queste centrali creano problematiche di inquinamento molto gravi legate alla fuoriuscita di CO2 e di formaldeide dalle torce dei digestori. Torce che dovrebbero accendersi raramente, ma che nel caso di Bondeno, sono invece spesso accese a causa di malfunzionamenti.
Ci sono state grosse problematiche anche nella gestione del digestato, che hanno coinvolto altri comuni: a Mirabello sono stati utilizzati parecchi ettari di terreno dove il digestato non e’ stato interrato e quindi sono stati rilasciati nell’aria azoto e ammoniaca in notevole quantita’, a Casaglia, nel comune di Ferrara, il digestato e’ fuoriuscito dalle vasche di raccolta ed e’ finito nelle scoline utilizzate per l’irrigazione.
In tutti questi anni, abbiamo dovuto convivere con i cattivi odori che fuoriescono da questa centrale, odori che sono stati rilevati anche dai nasi elettronici installati da Arpae su nostra richiesta. La stessa Arpae ha suggerito alle istituzioni locali di indire una tavola rotonda per discutere di questa problematica, ma ne’ il sindaco ne’ tantomeno l’assessore all’ambiente, si sono mossi in tal senso.
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Scheda 4 Copparo |
Nell’area adiacente alla discarica è in costruzione , in un’area di circa 11.000 ha, il nuovo impianto di compostaggio e produzione biometano. Si prevede la realizzazione di una rotatoria, che verrà collocata in prossimità dell’ingresso al nuovo polo, nell’intersezione tra via Gran Linea (SP16) e via Salmastri (SP 44), nel comune di Copparo e al confine con il comune di Jolanda di Savoia, al fine di regolamentare il flusso veicolare e permettere l’immissione ed uscita in sicurezza dei mezzi pesanti sulla via Gran Linea.
L’impianto in progetto prevede due linee di processo principali produttive, che avranno luogo in due aree funzionali principali, quali:
1. biodigestione anaerobica per il trattamento di matrici organiche da raccolta differenziata, verde e fanghi civili, con produzione di biogas;
2. sistema di trattamento aerobico per la produzione di compost di qualità (ammendante per agricoltura ex Dlgs 75/2010) dal trattamento del rifiuto verde.
L’impianto in oggetto costituisce la realizzazione di un sistema integrato per il trattamento delle matrici organiche da rifiuti solidi urbani, provenienti sia da raccolta differenziata (FORSU), verde da sfalci e potature (VERDE).
La componente organica che si prevede è di 24000 t/a con una capacità di trattamento di 58927 t/a il materiale in ingresso è FORSU 37967 e verde 17161
L’impianto occuperà circa 5 ettari i rimanenti saranno destinato ad un impianto di trattamento rifiuti soggetto a nuova AUA . La contiguità con la discarica , il digestore, il futuro impianto , l’acquisto di 10 ettari di terreno per riaprire la discarica chiusa nel 2023 individuano un volontà politica di trasformare quel territorio nel polo industriale di trattamento di ogni rifiuto-
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Appendice 1 Digestori in provincia di Ferrara (fonte ARPAE
Nome | Indirizzo | Paese |
FATTORIA SAN ROCCO | VIA MONTIRONE | SANT AGATA |
SAN MARCO BIOENERGIA | VIA VAL D’ALBERO 73 | ARGENTA |
126 AZ. AGR. MENARINI GIANLUCA | VIA CA’ NOVA | ARGENTA |
VITTORIA BIOENERGIA | STRADA COMUNALE | ARGENTA |
AGRI ENERGIE S.R.L. | VIA NAZIONALE PONENTE | ARGENTA |
AZ. AGR. MANARESI TAMARA | VIA DOSSO CAVALLINA | ARGENTA |
VALANDRO FLAVIO | VIA ARGINE CIRCONDARIO | ARGENTA |
SOC. AGR. MINGHINI S.S | VIA CASCINE, 23 | ARGENTA |
SOC. AGR. FUTURA | VIA BELLARIA, 226 | BERRA |
ENERGY UNO S.R.L. | VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2 | BONDENO |
ENERGY QUATTRO | VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2 ATTIVO | BONDENO |
ENERGY TRE S.R.L.A | VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2 ATTIVO | BONDENO |
SOC. AGR. CASCONE S.S | VIA PIRETTA ROVERE, 461 | BONDENO |
ENERGY DUE S.R.L. | VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2 ATTIVO | BONDENO |
SOC. AGR. LEONA SS | STRADA FOSCARI, 2 | CODIGORO |
AZ. AGR. TAGLIATA E CORBA | VIA CORBE | CODIGORO |
SOC. COOP. AGR. CONSERVE ITALIA – STABILIMENTO CODIGORO | VIA DELLA COOPERAZIONE, 5 | CODIGORO |
SOC. AGR. AZIENDA COLTIVAMA S.S. | STRADA PODERALE BELFIORE | COMACCHIO |
IMPIANTO A BIOGAS DI COMACCHIO 1 | ||
IMPIANTO A BIOGAS DI COMACCHIO 2 | ||
SOC. AGR. BAURA BIOGAS A.R.L | VIA ZAMBONI | FERRARA |
SOC. AGR. VALGRANDE BIOGAS A R.L. | VIA PALMIRANO | FERRARA |
SOC. AGR. PASCOLONE S.R.L | VIA PASCOLONE | FERRARA |
SOC. AGR. FORMIGNANA BIOGAS A.R.L. | VIA TRAVERSA PRIVATA PONTE D’ASSE | FORMIGNANA |
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Nome | Indirizzo | Paese |
AZ. AGR. IMMOBILIARE DANTE S.P.A. | STRADA COLOMBANA NUVOLA TRAV 4 | IOLANDA DI SAVOIA |
AGRICOLA 2000 S.S. DI COLOMBANI LUCA | VIA SANTA CECILIA | MASI TORELLO |
150 FRI-EL EUGANEA S.R. | VIA PODERALE SAN GIOVANNI | OSTELLATO |
AZ. AGR. IL BUE S.R.L | VIA PODERALE TREBBA, 1 | OSTELLATO |
CO.PRO.B S.C.A | VIA LIDI FERRARESI, 50 | OSTELLATO |
SOC. AGR. AGRIFERRARESE | STRADA RANGONA GATTOLA, 7 | OSTELLATO |
AZ. AGR. FONDAZIONE DOTT. CARLO FORNASINI | VIA CANTONE | POGGIO RENATICO |
MAIERO ENERGIA S.A.R.L | STRADA ESTERNA PAGLIONI | PORTOMAGGIORE |
GAIA BEET PULP ENERGY S.R.L. | VIA COPPARO, 1 | RO |
SOC. AGR. GALASTENA ENERGY S.R.L. | VIA COPPARO, 3 | RO |
Soc. Agr. CA’ BIANCHINA | Via Frattina, 23 | VIGARANO MAINARDA |
Soc. Agr. PALMIRANO BIOGAS s.r.l | Via Cattaneo | VOGHIERA |
Soc. Agr. CONTRAPO BIOGAS a.r.l | Via Cattaneo | VOGHIERA |
Soc. Agr. CALDOGNO BIOGAS a.r.l | Via San Vitale | FISCAGLIA |
Impianto a biogas di FISCAGLIA | FISCAGLIA |
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Appendice 2
Progetto di ricerca del comitato provinciale e richieste ad ARPAE Ferrara
1. conoscere con precisione il numero degli impianti nella Provincia, la loro localizzazione (se in deroga alle distanze dalle abitazioni, etc) quanti impianti agricoli o di trattamento rifiuti organici, le loro dimensioni, la data di inizio attività e di conseguenza la data di scadenza dei finanziamenti. Quest’ultima è fondamentale soprattutto in previsione della scadenza delle prime autorizzazioni. La possibilità di accedere agli incentivi PNRR per la riconversione degli impianti biogas potrebbe portare ad un cambiamento significativo degli scenari nel nostro territorio.
2. Conoscere approfonditamente le Autorizzazioni, fino al 2015 rilasciate dai Comuni e dalla Provincia ed ora da Arpae, per avere informazioni sulle matrici utilizzate, sulla loro provenienza, sulle modifiche ottenute dagli impianti nel corso del tempo
3. Confronto fra le autorizzazioni per ricavare dati in ordine alla gestione dei diversi procedimenti
4. Verificare il rispetto delle AUA e le normative, se sono stati rispettati i criteri riguardanti il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (Comuni limitrofi, Comitati di cittadini, portatori di interessi..), la localizzazione degli impianti, le distanze di provenienza delle biomasse, la disponibilità nel tempo dei terreni sia per le forniture che per lo spandimento del digestato.
5. Avere dati complessivi e fra loro correlati delle problematiche legate agli impianti a livello territoriale, o chiederli di diritto a chi ha responsabilità di gestione del territorio, può consentire ad un futuro coordinamento di assumere il ruolo di interlocutore autorevole in aiuto alle singole realtà oltre ad un ruolo importante di portatore di interessi diffusi di tutela della salute e dell’ambiente.
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Bibliografia/sitografia
1. Analisi energetica, ambientale ed economica di impianti a biogas in Provincia di Bolzano
2. Analisi di fattibilità economica di un impianto a biogas con la teoria delle opzioni reali tesi di laurea laureando: fouepi patricia relatore: prof. michele moretto facoltà di scienze statistiche anno accademico 2009-2010
3. andrea poggio biometabo perhè non è interessante per le auto –nuova ecologia 4. dati assogasmetano
5. autorizzazione unica alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto per la produzione di biometano arpae servizio autorizzazioni e concessioni di Ferrara
6. apisfe1 – rapporto ambientale
7. comune di ferrara annuario statistico demografico 2019
8. apisfe1piano di gestione aziendale – stima del traffico indotto
9. il biogas in agricoltura, prospettive e limiti di roberto balestri
10. Per saperne di più su biomasse e biogas comitato biogas manziana
11. Il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani (forsu) (isde) 12. biometano agricolo: è necessaria una svolta, consorzio monviso agroenergia 13. https://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/sistemi-produttivi/impianti-di-produzione di-energia/impianti-a-biomasse/gli-impatti-degli-impianti
14. https://www.nonsoloambiente.it/2020/01/28/il-biogas-e-le-comunita-dellenergia-litalia e-quarta-al-mondo/
15. https://www.nonsoloambiente.it/2020/01/28/il-biogas-e-le-comunita-dellenergia-litalia e-quarta-al-mondo/
16. https://www.qualenergia.it/articoli/biometano-grandi-potenzialita-italia-tanti-ostacoli rimuovere/