Archivio Doc.

Bondeno, li 12/10/2024

All’attenzione di: 

Prefettura di Ferrara 

Ufficio Territoriale del Governo di Ferrara 

protocollo.preffe@pec.interno.it 

Comune di Bondeno 

comune.bondeno@pec.it 

Provincia di Ferrara – P.O. Urbanistica 

provincia.ferrara@cert.provicia.fe.it 

Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio 

sabap-bo@pec.cultura.gov.it 

Comando Prov.le Vigili del Fuoco di Ferrara 

com.ferrara@cert.vigilfuoco.it 

Consorzio della Bonifica Pianura Ferrara 

posta.certificata@pec.bonificaferrara.it 

Ministero delle Imprese e del Made in Italy 

Dipartimento per le comunicazioni 

Ispettorato territoriale dell’Emilia-Romagna 

dgscerp.div14.ispemr@pec.mise.gov.it 

ASL – Dipartimento Sanità Pubblica 

dirdsp@pec.ausl.fe.it 

ASL – Area Sanità Pubblica Veterinaria 

areaveterinaria@pec.ausl.fe.it 

Arpa Ferrara 

 aoofe@cert. arpa .emr.it. 

Oggetto: osservazioni alla conversione della centrale denominata Energy UNO da impianto biogas a biometano posto in via per Zerbinate n.46b a Bondeno di Ferrara

Osservazioni 

In generale, si manifestano perplessità sulle concessioni, da parte degli organi preposti, rilasciate ad aziende a biomasse per la produzione di biogas o biometano, qual dir si voglia. Nello specifico, le perplessità, da ipotetiche, acquisiscono concretezza esperienziale nelle molteplici segnalazioni all’Arpae e Comune di Bondeno sull’attività delle attuali centrali Energy Uno Due Tre e Quattro, inoltrate nell’arco di 15 anni, da parte del Comitato AriaNuova di Bondeno. 

Le perplessità si amplificano dagli echi di richiesta di proliferazione di tali centrali nei territori limitrofi al capoluogo di provincia (Villanova, Vigarano Mainarda, Poggio Renatico, Gaibanella ecc…) accumulandosi a quelli già esistenti seppure siano evidenti (da più voci, anche autorevoli) le controindicazioni denunciate sugli impatti ambientali e che si tratti di attività di pura speculazione tenute in essere esclusivamente da incentivi, chiamiamoli, statali (https://www.gse.it/servizi-per-te/attuazione-misure-pnrr/produzione-di 

biometano#:~:text=15%20settembre%202022%20ha%20il,alla%20produzione%20netta%20di %20biometano) ma che pagano anche gli utenti in fattura nella voce “oneri di sistema” (Asos) (https://www.energiachiara.it/tornano-gli-oneri-di-sistema-in-bolletta/) e sostenute da politiche nazionali ed extra nazionali (PNRR), discutibili, inserendo tali industrie, per pura convenienza, come facenti parti della categoria delle energie rinnovabili definite anche energie pulite (quanto di più falso) nonché della cosiddetta Economia Circolare. Una concentrazione di stabilimenti in un’area geografica chiamata “calma di vento” per l’insufficiente ricambio di aria che ne indica la stagnazione anche di tutti gli inquinanti emessi in atmosfera, pertanto, ivi compresi, quelli delle centrali a biomasse.  

Partendo dal presupposto che la conversione da biogas a biometano (da una tipologia ritenuta, comunque, in un certo qual modo, inquinante a una “ritenuta” non inquinante) riguarderà esclusivamente una sola delle centrali citate, cioè Energy Uno, in considerazione dell’indicazione nel seguente trafiletto tratto dal documento Sinadoc 2024/26760 in data 26/08/2024 su esposto Energy Quattro Srl Soc. Agricola per “AVVIO DEL PROCEDIMENTO E INDIZIONE CONFERENZA DI SERVIZI SIMULTANEA SINCRONA” del 15/07/2024 –  

ribadito nel seguente trafiletto tratto dal documento di “Domanda di autorizzazione unica per la modifica sostanziale di impianto biogas” inoltrato da Energy Tre S.r.l. – Avviso di deposito ad Arpae Sac Ferrara – protocollo 1551/2024.

si teme, di conseguenza, che rimangano inalterate rispetto al passato, se non anche peggiorare, tutte le potenziali problematiche derivanti dalla produzione di biogas quali: 

– effetti odorigeni sgradevoli perpetuati ripetutamente soprattutto a danno dei cittadini abitanti nelle zone limitrofe ma anche in zone addentro al paese in virtù di correnti d’aria che danno potenzialità di ampliare il raggio d’influenza, checché se ne definisca l’area in zona agricola a 500 metri da attività produttive, peccato vi siano anche abitazioni civili nelle immediate vicinanze anche a meno dei 150 metri minimi di lontananza previsti, ad esempio, nel regolamento della Regione Veneto; 

– disfunzioni, probabilmente da eccesso di gas nei digestori, che in troppe occasioni hanno portato a combustioni dalle torce, indice di una certa pericolosità per possibilità di esplosione ed emissione in aria di una parte di inquinanti che non vengono completamente bruciati come SO2 e H2S e altri dei quali è ricco il biogas impattanti sulla qualità dell’aria; 

– proliferazione cospicua di insetti e ratti; 

– intensività del traffico pesante da e per la centrale soprattutto in alcuni mesi dell’anno con conseguente manto stradale ampiamente rovinato, aumento dell’inquinamento da pm2,5 e pm10 (cosiddette polveri sottili), disturbo della quiete pubblica in quanto gli automezzi circolano dalle 6 della mattina sino a tarda serata e in diverse occasioni anche in orari notturni nel periodo dell’anno che più vi è bisogno di arieggiare le abitazioni, pertanto, di mantenere le finestre aperte. 

Tali considerazioni si possono riassumere, per lo più, nella tabella sottostante tratta dal Rapporto Ispra 105 del 2010 “Rischi ambientali connessi all’uso di biomassa per produzione diretta di energia: valutazioni tecniche ed economiche”.

Se si assume il lemma che gli impianti di biometano “si dicano” non inquinanti (seppure le centrali a biomassa emettano il 50% in più di CO2 delle centrali a carbone, pertanto più climalteranti rispetto ai combustibili fossili) il 40/50% del biogas prodotto non diventa biometano ma viene bruciato e convertito in energia termica o elettrica per il fabbisogno dell’impianto, quelli a biogas appaiono anche altamente pericolosi per emissione in atmosfera di zolfo e ossido di zolfo con il pericolo della produzione di piogge acide. 

Ulteriore osservazione va in riferimento al quantitativo degli effluenti zootecnici che verranno utilizzati. Da quanto riportato dal piano di alimentazione la quantità di maggiore rilevanza deriva da effluenti zootecnici, materia facilmente reperibile causa la presenza sul territorio, a pochi chilometri in linea d’aria, di ben tre allevamenti intensivi di maiali e altrettanti avicoli. Quindi, sorge spontaneo chiedersi quale sarà la qualità di digestato che ci si dovrà attendere. 

Si ricorda come tutto il territorio della provincia di Ferrara sia a rischio di eccesso di nitrati

Detto questo la gestione delle deiezioni fin dall’allevamento devono subire un contenimento del protossido di azoto e dell’ammoniaca che in sede alle centrali dovrebbe avvenire grazie alla presenza di una vasca di stoccaggio coperta, con recupero di biogas e di ampiezza tale da contenere la produzione di digestato di almeno 30 giorni.  

Nell’estratto sottostante, al punto 8 documento Sinadoc 2024/26760, per gli interventi previsti da eseguire, si cita una vasca di stoccaggio che, per il volume descritto, appare piccola per tale utilizzo e si parla di una unica non una per centrale, sempre che non si intenda per la sola Energy Quattro, essendone mittente del documento.

Importante diviene il periodo di stoccaggio anche per la prevenzione della salmonella e della Escherichia Coli  come cita l’estratto da “Manuale operativo – il digestato agricolo per la fertilizzazione organica”: 

“Un ulteriore aspetto da considerare, di notevole importanza per il settore, è l’effetto del 

tempo di stoccaggio; diversi studi hanno evidenziato il positivo effetto che lo stoccaggio 

prolungato esercita sullo stato igienico-sanitario del digestato, che risulta ulteriormente 

migliorato rispetto al digestato “fresco” appena scaricato dai digestori. In sintesi, un efficiente 

processo di degradazione biologica, unito alla successiva fase di stoccaggio, riduce 

la carica patogena totale inizialmente presente, garantendo un netto miglioramento 

dello stato igienico-sanitario complessivo del digestato. 

Sempre in relazione al documento Sinadoc 2024/26760 si richiedono chiarimenti su quanto attesta il primo punto sui permessi/concessioni dove si cita “permesso di costruire ai sensi…rilasciato dal comune di Masi Torello” (?).

Conclusioni 

Fermo restando quanto asserito sin dall’inizio sulla valutazione negativa a rilasciare concessioni a produrre eco-combustibili da centrali a biomasse, ci si chiede quali possono essere i benefici per la comunità: 

– chi si accollerà i costi del ripristino del manto stradale?  

– vi è uno studio atto a portare meno disagio possibile per la viabilità? 

– vi sarà una diminuzione delle tariffe del metano, pompe di distribuzione metano per autotrasporto  con tariffe agevolate per i cittadini? 

– i vettori da e per la centrale andranno e usufruiranno del metano della centrale? – la costruzione del definito “parco energetico” originale è risaputo poggiava su fondamenta  altamente inquinanti, é stata concepita una bonifica dell’area, senza la quale non si dovrebbe  neppure ipotizzare di rilasciare un avviamento alla produzione? 

– non avendo visionato altra documentazione si presume che anche Energy Due abbia inoltrato entro i termini la richiesta all’Arpae di modifica come Energy Tre e Quattro. 

Considerazioni finali 

Considerando lo scarso bisogno di manodopera occorrente a far funzionare le centrali rispetto al “disagio” provocato alla popolazione nonché i discutibili benefici dall’uso del digestato nei campi e le certe emissioni in aria d’inquinanti rimaniamo fortemente dubbiosi e seriamente preoccupati sulla riconversione dell’Energy Uno e della rinnovata operatività delle Energy Due Tre e Quattro. 

Il ComitatoAriaNuova

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OGGETTO: D.Lgs. 387/2003, L.R. 26/2004 e D.Lgs. 28/2011  

Ferrara, 26 agosto 2024 

Comune di Bondeno – Albo Pretorio comune.bondeno@pec.it 

Provincia di Ferrara – Albo Pretorio provincia.ferrara@cert.provincia.fe.it 

Società Energy Uno Srl Soc. Agricola(C.F. e P. IVA 01802530384) con sede legale in Comune di Bologna – Via della Zecca, 1 CAP 40121. 

Istanza di autorizzazione unica per la riconversione di impianto biogas, autorizzato dalla Provincia di Ferrara con atto n. 99639 del 2009 e ss.mm. in un impianto per la produzione di biometano da biomasse di origine vegetale ed effluenti zootecnici, in Comune di Bondeno (FE) 44012 – Via Zerbinate 46b. N.C.T. Foglio 79 particella 228 

Richiesta pubblicazione avviso di deposito all’Albo Pretorio. 

Con la presente si trasmette l’avviso di deposito per la pubblicazione all’Albo Pretorio di codesto Comune e Provincia di Ferrara per il periodo dal 11/09/2024 al 21/10/2024 (per 40 giorni consecutivi ai sensi della L.R. 24/2017). 

Tale pubblicazione si rende necessaria anche ai sensi dell’art. 52 ter, comma 2, del D.P.R. n. 327/2001, ai fini di ottemperare all’obbligo di comunicare l’avvio del procedimento amministrativo ai soggetti titolari di interessi pubblici o privati, ai portatori di interessi diffusi costituiti in associazioni o comitati. 

Si chiede l’invio della relata di pubblicazione. 

Distinti saluti 

Dott. Marco Roverati 

Dirigente delegato Servizio Autorizzazioni e 

Concessioni – ARPAE Ferrara 

con firma digitale 

Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna 

Sede legale Via Po 5, 40139 Bologna | tel 051 6223811 | posta cert. dirgen@cert.arpa.emr.it | www.arpae.it | P.IVA 04290860370 Servizio Autorizzazioni Concessioni di Ferrara – Unità Autorizzazioni complesse ed Energia 

Via Bologna 534, 44124 Ferrara tel 0532 234933| PEC aoofe@cert.arpa.emr.it 

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ARPAE – SAC FERRARA – AVVISO DI DEPOSITO 

D.Lgs. 387/2003, L.R. 26/2004 e D.Lgs. 28/2011 

Energy Uno Srl Soc. Agricola(C.F. e P. IVA 01802530384) con sede legale in Comune di Bologna – Via della Zecca, 1 CAP 40121 

Domanda di autorizzazione unica per la riconversione di impianto biogas, autorizzato dalla Provincia di Ferrara con atto n. 99639 del 2009 e ss.mm. in un impianto per la produzione di biometano da biomasse di origine vegetale ed effluenti zootecnici, in Comune di Bondeno (FE) 44012 – Via Zerbinate 46b. N.C.T. Foglio 79 particella 228 

Si avvisa che la ditta Energy Uno Srl Soc. Agricola (C.F. e P. IVA 01802530384) con sede legale in Comune di Bologna – Via della Zecca, 1 CAP 40121 ha presentato l’istanza in oggetto per la riconversione di impianto biogas, autorizzato dalla Provincia di Ferrara con atto n. 99639 del 2009 e ss.mm. in un impianto per la produzione di biometano da biomasse di origine vegetale ed effluenti zootecnici, in Comune di Bondeno (FE) 44012 – Via Zerbinate 46b. N.C.T. Foglio 79 particella 228 

Il biometano prodotto dall’impianto verrà immesso nella rete appartenente a Snam Rete Gas tramite la realizzazione di un metanodotto. 

L’impianto intende trattare annuo pari a 40.000 t/a di biomassa vegetale, reflui zootecnici e sottoprodotti dell’industria agroalimentare, per una produzione di biometano complessiva dovuta anche al contributo del biogas prodotto dagli impianti di proprietà di Energy Due S.a, Energy Tre S.A. ed Energy Quattro sarà di 1000 Smc/h. 

Ai sensi del D.Lgs 199/2021 e smi, art. 20, comma 8, lettera c-ter), punto n°1, l’impianto di produzione di biometano ricade in area idonea in quanto area agricola racchiusa nel perimetro dei 500m da zone a destinazione industriale, artigianale e commerciale. 

Sono previste opere di mitigazione e di invarianza idraulica. 

Assieme alla realizzazione dell’impianto, è stato richiesto: 

● Autorizzazione Unica Ambientale per le emissioni settoriali; 

● titolo edilizio; 

● parere del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ferrara in materia di prevenzione incendi; ● autorizzazione alla costruzione ed esercizio del metanodotto; 

● nulla osta aeroportuale/aeronautico; 

La documentazione allegata all’istanza corredata degli elaborati indicanti le aree per le quali viene richiesta la pubblica utilità con costituzione di servitù di elettrodotto, è depositata presso l’Unità Autorizzazioni complesse ed Energia – Arpae Ferrara – Via Bologna n°534 Ferrara – dove gli interessati potranno prenderne visione previo appuntamento (email: nsacco@arpae.it). 

La documentazione di progetto allegata all’istanza è inoltre visionabile al seguenti link: https://drive.google.com/drive/u/0/folders/1m12ANAjgbd9U50GSYd2tk9XW6onwhy1- Le aree interessate dal progetto sono appartenenti al catasto del Comune di Bondeno(FE): Foglio 79 particella 228. 

I soggetti interessati potranno presentare osservazioni scritte, in carta semplice, entro 40 (quaranta) giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data di pubblicazione del presente avviso nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, sull’Albo Pretorio Telematico della Provincia e del Comune di Bondeno e sul quotidiano a diffusione locale scelto dal Proponente. 

La durata del procedimento è pari a 60 giorni e dovrà concludersi entro il 27/10/2024, salvo sospensione del medesimo causa richiesta di integrazioni da parte degli Enti della Conferenza di Servizi. 

Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna 

Sede legale Via Po 5, 40139 Bologna | tel 051 6223811 | posta cert. dirgen@cert.arpa.emr.it | www.arpae.it | P.IVA 04290860370 Servizio Autorizzazioni Concessioni di Ferrara – Unità Autorizzazioni complesse ed Energia 

Via Bologna 534, 44124 Ferrara tel 0532 234933| PEC aoofe@cert.arpa.emr.it 

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L’autorità competente al rilascio dell’Autorizzazione Unica ai sensi della L.R. 13 del 2015 art. 78 è ARPAE, la Dirigente delegato del Servizio Autorizzazioni e Concessioni di Arpae Ferrara è il Dott. Marco Roverati mentre il Responsabile del procedimento è il Dott. Alessandro Travagli. 

Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna 

Sede legale Via Po 5, 40139 Bologna | tel 051 6223811 | posta cert. dirgen@cert.arpa.emr.it | www.arpae.it | P.IVA 04290860370 Servizio Autorizzazioni Concessioni di Ferrara – Unità Autorizzazioni complesse ed Energia 

Via Bologna 534, 44124 Ferrara tel 0532 234933| PEC aoofe@cert.arpa.emr.it 

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A cura di Bregoli Andrea , Oddi Corrado , Pinnavaia Giangaetano, Travagli Sandra, Menghini Lorenzo 

Indice 

La produzione di biogas/bio metano da biomasse (un po’ di storia) 3 Considerazioni di fondo sulla produzione di biogas/bio metano da biomasse 3 Narrazioni a sostegno della tecnologia 4 Riteniamo che l’approccio possa essere completamente diverso: 5 

Le criticità 6 Le richieste dei comitati 11 Problematiche specifiche degli impianti già funzionanti o in fase progettuale 14 Appendice 1 Digestori in provincia di Ferrara (fonte ARPAE 20 Appendice 2 Progetto di ricerca del comitato provinciale e richieste ad ARPAE Ferrara 22 

Bibliografia 

23

La produzione di biogas/bio metano da biomasse (un po’ di storia) 

La tecnologia del biogas non è certamente recente. Le prime applicazioni sono della fine degli anni  ’70 del secolo scorso (USA, Australia, Canada, Gran Bretagna) Addirittura il Germania nel 1938 53  impianti urbani producevano 18 milioni di m3di biogas. 

Per molti decenni in Italia la produzione di biogas si è realizzata prevalentemente in ambito agricolo  per ricavare energia, da utilizzare prevalentemente all’interno delle stesse aziende, utilizzando gli  scarti della attività di questo comparto, sostanzialmente  

biomassa vegetale e deiezioni animali. Secondo i dati del  

Consorzio Italiano Biogas (CIB), all’inizio del 2020 erano  

operativi più di 1.500 impianti di biogas, di cui 1.200 in  

ambito agricolo. 

Il prof. Setti, docente dell’Università di Bologna, dove si  

occupa di biochimica industriale applicata ai sistemi energetici  

rinnovabili ed in particolare allo sviluppo di bio raffinerie per  

la valorizzazione chimica ed energetica degli scarti agro 

alimentari, ha svolto in una recente conferenza una serie di  

considerazioni sulla produzione di biogas nel nostro paese  

partendo dai dati di quali oggi siano le diverse fonti che  

vengono utilizzate per la produzione energetica oltre ai  

consumi e le evoluzioni previste. 

Attualmente l’Italia, nel settore biogas, si colloca al quarto posto al mondo dopo Germania, Cina e  Stati Uniti, con circa 2200 impianti operativi, di cui circa 1.730 nel settore agricolo e circa 470 nel  settore rifiuti e fanghi di depurazione, per un totale di circa 1.450 MWe (megawatt elettrici)  installati. Di questi, secondo il Gestore Servizi Energetici, circa 1000 sono nel settore agricolo. 

Setti sui materiali utilizzabili nei digestori. La quota più rilevante tra i materiali organici è  rappresentata dalle deiezioni animali (130.000.000 di t/anno), seguita dai FORSU (Frazione  Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) con 10.000.000 di t/anno, quindi i residui colturali (8,5 milioni  di t/anno) e a seguire gli scarti agro-industriali con 5 milioni, i fanghi di depurazione con 3,5  milioni di t/anno e infine le colture energetiche equivalenti alla produzione di 200.000 ha di  coltivazioni. Il trattamento di queste biomasse porterebbe ad una produzione stimata di circa 11  miliardi di m3 di biogas/anno, corrispondenti a 20 TWh (terawattora)/anno di energia elettrica. 

Considerazioni di fondo sulla produzione di biogas/bio metano da biomasse 

La produzione di biometano non è un metodo né economico né pulito, ma, soprattutto, non lo si può  considerare “economia circolare”. L’unica vera economia circolare è quella della natura che,  attraverso l’energia solare utilizzata dagli organismi vegetali, sintetizza materia organica che funge  da nutrimento per gli organismi animali; questi ultimi, assieme ai vegetali, quando muoiono, vanno  incontro a processi di decomposizione che danno luogo all’humus, nutrimento per la terra, da cui  nasceranno nuove piante, in un ciclo continuo (citato da Tamino). 

Una precisazione da fare è quella relativa al prefisso Bio che si trova nella terminologia che indica  gli impianti che trattano materiali organici, i Bio-digestori, e i prodotti che ne derivano, Bio-gas e  Bio-metano. Il prefisso bio, in questo caso, non ha un significato che possa riferirsi a un processo o  prodotto sostenibile, ma un riferimento a un processo Biotecnologico, inteso come l’applicazione  alla produzione industriale di organismi e processi della biologia. Il termine “bio” (come sostiene  Gianni Tamino, autorevole rappresentante di ISDE-Medici per l’ambiente), significa vita e  richiama l’idea di origine naturale e organica, ma anche il petrolio e il carbone in fondo sono di  origine naturale. Al termine “bio” viene normalmente attribuita una valenza positiva e “naturale”, e  di conseguenza queste tecnologie vengono in tal modo considerate far parte della cosiddetta “green  economy”. “La mistificazione del linguaggio, in questo caso, è strumentale a una politica di 

proliferazione di queste tecnologie sotto l’ombrello dell’ecologia e del rispetto della natura”. Il bio metano prodotto dagli impianti a biomasse non si differenzia dal gas naturale1: entrambi sono  costituiti prevalentemente da metano. 

Numerosi studi (1-2) dimostrano che dal punto di vista economico in questi impianti la sola vendita  del metano, o dell’elettricità generata dal biogas, non compensa i costi: finito l’incentivo,  semplicemente usciranno dal mercato, perché avranno costi di produzione dell’energia troppo alti.  Vedremo impianti spiaggiati come balene quando, finita l’epoca degli incentivi, i conti non  torneranno più. 

Bio-metano da biomasse sostenibile? Fonte energetica  

rinnovabile? 

Viene detto (ad esempio dalle imprese coinvolte nella  

progettazione e realizzazione degli impianti a biomasse) che  

“il bio-metano, affinché sia considerato davvero sostenibile  

e conveniente, deve provenire da residui organici come gli  

scarti agricoli (si parla in questi casi di biometano  

avanzato). A queste condizioni può considerarsi una fonte  

energetica rinnovabile che permette non solo di aumentare l’autonomia energetica italiana ma anche  di raggiungere gli obiettivi ecologici che il paese si è posto nell’ottica della Transizione Ecologica”. A proposito di “bio”metano, ricordiamo anche che esso risulta indistinguibile nella sua struttura  chimica da quello di origine fossile, e che questo gas deve essere combusto per essere utilizzato.  Diversi recenti studi (3) mostrano altresì come i mezzi pesanti alimentati a metano emettano più  CO2 e particolato di quelli alimentati a diesel o a benzina. E’ noto che le combustioni in generale  non possono rappresentare un’alternativa alla decarbonizzazione ad “emissioni zero” né tanto meno  uno strumento di contrasto ai cambiamenti climatici. Occorre considerare altresì che un impianto di  biogas da 1 MWh necessita di circa 400 ettari di terreno per coltivare mais e sorgo come “materia  prima”, per cui oggi i 1.600 impianti attuali in gran parte nel Nord Italia “occupano” oltre 640.000  ettari sottratti alle coltivazioni per l’alimentazione umana e zootecnica. (https://www.isde.it/17986- 2/).L’utilizzo inoltre di sottoprodotti agricoli (stocchi di mais, paglie etc) per la produzione di  biometano avanzato moltiplicherà in maniera esponenziale gli ettari necessari per alimentare ogni  singolo impianto. 

Narrazioni a sostegno della tecnologia : 

∙ Il CIB è la prima aggregazione volontaria che riunisce aziende agricole produttrici di biogas  e biometano da fonti rinnovabili; società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e  servizi per la produzione di biogas e biometano; enti ed istituzioni che contribuiscono alla  promozione della digestione anaerobica per il comparto agricolo. Il CIB è attivo sull’intera  area nazionale e rappresenta tutta la filiera della produzione di biogas e biometano in  agricoltura, con l’obiettivo di fornire informazioni ai Soci per migliorare la gestione del  processo produttivo e orientare l’evoluzione del quadro normativo per favorire la diffusione  del modello del Biogas fatto bene e raggiungere gli obiettivi al 2050 sulle energie  rinnovabili e la lotta al cambiamento climatico). Il biometano è un vettore energetico  importante, in particolare nel contesto italiano. A seguito di modifiche legate ai nuovi  

1Il gas naturale è un gas, utilizzato come combustibile, che si forma nel sottosuolo prodotto dalla decomposizione  anaerobica di materiale organico. E’ composto per oltre il 90 per cento da metano (CH4), l’idrocarburo incolore e  inodore più semplice presente in natura, che viene estratto da giacimenti sotterranei mediante trivellazioni. In natura  si trova comunemente allo stato fossile, insieme al petrolio, al carbone o da solo in giacimenti di gas naturale. Il  metano si forma anche sulla superficie terrestre nei processi di fermentazione in assenza di aria, ad esempio sotto la  superficie di acquitrini e paludi (torbiere).

meccanismi di incentivo, un dibattito sulle azioni concrete per un mercato sostenibile del  biometano che dia valore e attenzione all’ambiente anche contrastando il cambiamento  climatico. https://www.consorziobiogas.it (Consorzio Italiano Biogas) 

https://www.consorziobiogas.it/il-cib-partecipa-alla-nuova-edizione-di-fieragricola/ ∙ L’energia dai biogas rappresenta una delle fonti alternative alla energia fossili maggiormente  utilizzate. Si tratta di un gas totalmente naturale poiché viene ottenuto dalla fermentazione  anaerobica di biomasse che possono avere diverse origini /es frazione organica dei rifiuti  solidi urbani, scarti di lavorazione agricola reflui zootecnici, etc…) Il grande e vantaggio è  la possibilità di riutilizzare materiali di scarto dando loro valore economico, ambientale e  sociale. Inoltre, come vedremo, le energie da biogas hanno un impatto nullo, infatti le  emissioni da biogas possono essere considerate net zero, ovvero non viene liberata  nell’atmosfera nuova anidride carbonica risetto a quella precedentemente assorbita dalle  piante. Ecco tutto quello che bisogna sapere sul biogas, la risorsa considerala essenziale per  la transizione ecologica verso un sistema energetico 100% green e, rinnovabile e sostenibile  (Sorgenia) https://www.sorgenia.it/guida-energia/biogas 

∙ Il biogas è una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile.  È il frutto della fermentazione, in assenza di ossigeno e a temperatura controllata, di  sostanze di origine organica (animale o vegetale) ad opera di numerosi batteri. Questo  processo di degradazione delle biomasse (provenienti da residui agricoli, reflui zootecnici o  fognari, colture di integrazione, frazione organica dei rifiuti urbani raccolti in modo  differenziati, ecc.) si chiama digestione anaerobica. Il risultato è composto dal biogas, che  possiede un alto potere calorifico e può essere convertito in elettricità̀ e calore grazie a un  cogeneratore, e dal residuo della fermentazione, il digestato, un materiale liquido che viene  utilizzato come fertilizzante naturale nelle coltivazioni. Il biogas è composto dal 45 al 70%  da metano e nella parte restante da anidride carbonica (altre sostanze presenti in minor  percentuale sono ossido di carbonio, azoto, idrogeno, idrogeno solforato).Nell’ottica della  lotta ai cambiamenti climatici, uno dei temi più importanti dell’agenda mondiale dopo  l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, il biogas viene indicato dalle istituzioni  internazionali come una delle principali risorse che può garantire l’autonomia energetica e la  riduzione graduale dell’attuale stato di inquinamento dell’aria e dell’effetto serra. L’industria  del biogas, quindi, giocherà sempre di più un ruolo decisivo nella transizione energetica, nel  processo verso la decarbonizzazione e nella green and circular economy. I vantaggi del  biogas: Fonte di energia pulita e flessibile 

– Genera energia elettrica e calore 

– Garantisce l’autonomia energetica 

– Valorizza scarti e sottoprodotti 

https://www.iesbiogas.it/cose-il-biogas (Iesbiogas) 

Riteniamo che l’approccio possa essere completamente diverso: 

Gianni Tamino (biologo, membro della Associazione italiana Medici per l’Ambiente, ISDE, e già  docente dell’Università di Padova ed europarlamentare del gruppo dei Verdi) spiega perché non si  può parlare di fonte rinnovabile per il bio-metano. “Si può parlare di fonti rinnovabili solo se nel  territorio di origine e nel tempo di utilizzo quanto consumato si ripristina. Ciò vale per l’energia  solare e quelle derivate come il vento e l’energia idrica, ma non si applica totalmente alle biomasse  intese come materiale prodotto da piante e destinato alla combustione. Infatti se distruggo un bosco  e brucio la legna, il bosco non si rigenera nel tempo di utilizzo per la combustione della legna.  Posso usare solo il surplus dell’attività forestale. Ancora più complesso il discorso se le biomasse  provengono da colture agricole dedicate”.

Nello studio “Feasibility of Large Scale Biofuel Production”2i professori Giampietro, Ulgiati e  Pimentel scrivono: “La produzione su larga scala di combustibile di provenienza agricola non  costituisce un’alternativa all’uso corrente del petrolio e non è neanche una scelta consigliabile per  sostituirne una porzione significativa”*. Il biocombustibile rappresenta infatti una perdita di energia  netta, dato che richiede oltre il 50% di energia in più di quella che si può ottenere dal prodotto  stesso. 

Un impianto a biomasse alimentato da  

coltivazioni dedicate ha un bilancio energetico  

molto basso, perché occorre calcolare tutta  

l’energia necessaria per la produzione agricola  

(fertilizzanti, fitofarmaci, irrigazione,  

trasformazione, trasporti, ecc) e quella necessaria  

per far funzionare l’impianto. Alimentare  

l’impianto con prodotti agricoli (mais, triticale,  

ecc.), che consumano terreno utile per produrre  

cibo, è un problema anche di ordine etico: si  

preferisce bruciare alimenti mentre vi sono  

difficoltà di approvvigionamento in varie parti del  

pianeta e noi, nel contempo, importiamo cibo dall’estero. Anche il bilancio della CO2 di  conseguenza è negativo! 

Infine va tenuto presente che si dovesse coprire il 10% del fabbisogno energetico italiano  utilizzando le biomasse, ci vorrebbe una superficie di coltivazione grande 3 volte l’Italia.  Documento ISDE/Comitato biogas Manziana 

Le criticità 

1-Impatto ambientale del metano 

Poche le fonti dove si evidenziano pregi  

e difetti di questa tecnologia. Tra questi  

il sito di Sorgenia  

(https://www.sorgenia.it/guida 

energia/biogas), dove a proposito della  

logistica dei siti produttivi si legge che  

“la pianificazione di un impianto deve  

valutare attentamente il bacino di  

approvvigionamento delle biomasse in  

ingresso, che se reperite a distanza  

troppo elevata rendono l’attività  

ambientalmente ed economicamente  

non sostenibile”. 

Il chimico Vincenzo Balzani, coordinatore di Energie per l’Italia, considera il metano la “nostra  ossessione”. Nel caso del biogas si tratta di un’opzione insostenibile, perché utilizzando biomasse  da produzione agricola l’efficienza della fotosintesi clorofilliana si abbassa fino allo 0,2%. Se  invece nella stessa porzione di terreno metto il fotovoltaico, convertendo così l’energia solare in  elettricità, con il 20% di efficienza, ottengo 100 volte più del biogas. Il metano ha un impatto  

2Feasibility of Large-Scale Biofuel Production: Does an enlargement of scale change the picture?, M.  Giampietro, S. Ulgiati e D. Pimentel, BioScience, Volume 47, Issue 9, October 1997, Pages 587–600,  https://doi.org/10.2307/1313165

climalterante 85 volte quello della CO2 su un arco di 20 anni, anche se la CO2 ha un tempo di  permanenza in atmosfera per migliaia di anni, mentre il metano scompare in circa 10-15 anni. Altri aspetti da considerare: 

– Aumento della mobilità verso e dalle centrali 

– Inquinamento da sostanze odorigene, COV ,ammonica. acido solfidrico  – Emissioni dirette dagli impianti 

– Sottrazione di produzione agricola per uso alimentare 

2- Il basso rendimento energetico del biometano 

Se, come è corretto fare, si costruisce un bilancio energetico  

compiuto di tutto il ciclo che porta alla produzione di  

biometano e del suo utilizzo, tenendo dunque conto di quella  

impiegata nella produzione a monte del processo, di quella  

relativa alla digestione anaerobica e di purificazione del  

biometano, nonché del ruolo del trasporto per l’alimentazione  

dell’impianto, non è difficile concludere che esso è  

decisamente basso. In ogni caso, è molto significativo l’Indice  

di Ritorno Energetico ( EROI), che misura il rapporto tra  

energia realizzata ed energia consumata: ebbene, per la  

produzione di biometano, esso arriva a 1,4, mentre la soglia  

che viene considerata come quella di riferimento per la  

sostenibilità economica è pari a 3. Per fare un raffronto,  

l’EROI riferito alla produzione di energia eolica è pari a 5,  

mentre arriva a 7 per il fotovoltaico. 

3- La produzione di biometano si sostiene solo grazie ai forti incentivi previsti Nei prossimi anni è previsto un forte  

incremento del ricorso al biometano, trainato  

dalle risorse stanziate dal PNRR che dedica  

al suo impulso circa 1,7 mld. di Euro per la  

costruzione di nuovi impianti e la  

riconversione di quelli di biogas esistenti. Il  

decreto biometano, approvato nell’ottobre  

2022, sblocca tali risorse, con validità fino al  

giugno 2026, prevedendo, in primo luogo, un  

contributo a fondo perduto in conto capitale  

del 40% sulle spese ammissibili  

dell’investimento sostenuto, nei limiti del costo massimo di investimento ammissibile, e un  incentivo sulla produzione, con tariffe differenziate sulla base dei costi degli impianti. L’obiettivo è  quello di arrivare ad una produzione annua di 6 miliardi di mc rispetto agli attuali 220 milioni di  mc, con l’idea di realizzare oltre 1000 impianti entro il 2026, tra conversioni di unità a biogas e  impianti del tutto nuovi. In buona sostanza, questo orientamento, che giudichiamo sbagliato per le  argomentazioni sviluppate sopra, si sostiene solo grazie a questo forte sistema di incentivazione,  che garantisce profitti importanti alle aziende, e viene legittimato con una forte operazione di  greenwashing, per cui la produzione di biometano viene presentata come fonte rinnovabile. 

4- Il digestato 

Quando parliamo di sostenibilità del processo di digestione anaerobica, non dobbiamo trascurare  quello che è l’ultimo anello della filiera del biogas. Non tutta la massa, che si trova all’interno del  digestore, viene trasformata in biogas circa un 50-60 % alla fine del processo di gassificazione 

rimane. Il digestato è composto da una frazione solida e una liquida. Le sue caratteristiche sono di  fondamentale interesse affinché si possa rendere sostenibile l’intero processo produttivo del biogas. Non viene considerato dalla normativa vigente un rifiuto della produzione bensì un valore aggiunto  con caratteristiche importanti che lo rendono “prezioso e utile”. 

L’uso agronomico solleva due grandi questioni, la prima è quella che riguarda le caratteristiche e le  proprietà del digestato come ammendante e fertilizzante, la seconda, di carattere ambientale e di  riflesso legislativo, riguarda appunto la sostenibilità ambientale di questo utilizzo e la legislazione  che esso produce. Infatti l’utilizzo del digestato (derivante da effluenti e colture) come fertilizzante  è sottoposto alla direttiva nitrati. La provincia di Ferrara e dichiarata zona vulnerabile ai nitrati ed è  quindi assolutamente necessario la riduzione della percolazione dell’acqua in terreni rappresentativi  dell’area attraverso l’applicazione di tecniche di agricoltura conservativa, 

I digestori anaerobici e in particolare nel processo di distribuzione del percolato (frazione liquida  del digestato) rilasciano emissioni in atmosfera di tipo diffuso come i composti azotati  (prevalentemente ammoniaca e ossido d’azoto), i composti solforati (zolfo) e i composti organici  volatili (i cosiddetti COV) come diossina, idrocarburi aromatici ftalati e fenoli . 

I prodotti citati si accumulano nell’ambiente e nei tessuti animali, creando anche a basse  concentrazioni, danni a lungo termine all’apparato cardio-respiratorio, al sistema nervoso, alla vista,  al feto in gravidanza, con la potenzialità a basse dosi di stimolare il cancro del colon. Si rileva  inoltre presenza di acido solfidrico responsabile di odori molesti, a causa del quale decine di  segnalazioni delle persone che vivono a qualche chilometro di distanza dai biodigestori, esasperate  dai cattivi odori che provocano anche sintomi fisici (problemi respiratori, nausea, mal di testa,  irritazione agli occhi, alla gola ) stress  

psicologico (ansia, depressione)  

problemi nel sociale (impoverimento  

della qualità dell’ambiente,  

svalutazione dei beni e perdita del loro  

normale uso, interferenza con le  

attività commerciali, turistiche, 

incertezza sulla sicurezza…) , imprevedibilità del disturbo persistenza nel tempo impossibilità di  difendersi . 

Il digestato contiene componenti minori in tracce quali, idrogeno solforato e altri composti dello  zolfo, i silossani (composti organici della silice), composti aromatici e alogenati. Anche se le quantità di questi composti sono basse rispetto al metano, esse possono avere impatti ambientali  pesanti sullo strato di ozono stratosferico, sull’effetto serra e sul peggioramento della qualità  dell’aria a livello locale. 

Agli effetti delle emissioni di composti nocivi vanno sommati quelli che riguardano i COV  (composti organici volatili). Questi composti sono dannosi per l’ambiente e per l’uomo, poiché  reagendo con gli ossidi di azoto formano ozono e smog per reazione fotochimica. L’esposizione  prolungata a composti organici volatili può causare danni al fegato, reni e sistema nervoso centrale. 

Oltre a presentare vari gradi di tossicità cronica i COV sono anche responsabili di odori molesti. Nel biogas, inoltre, potremmo trovare composti  

alogenati rappresentati da sostanze contenenti  

cloro, bromo, fluoro e composti organo clorurati, la  

cui combustione a temperature inferiori ai 400 °C  

determina la formazione di diossine. La  

combustione del biogas direttamente da digestione  

anaerobica, oltre a immettere nell’atmosfera CO2 

causa la formazione di polveri sottili (pm10), fini  

(pm2.5) e ultrafini (pm0.1). Queste problematiche  

sono amplificate dalle tecniche di distribuzione. 

L’articolo 15 del regolamento regionale (12)  

prevede un apporto di azoto al campo non superiore a 170 kg per ettaro e per anno ma considerata  la crescita dei funghi nei campi coltivati si presume che i quantitativi di sostanza organica almeno  del 3%. Dopo lo spargimento del digestato sono presenti nei fossi notevoli quantità quando  bisognerebbe evitare il percolamento data la vulnerabilità dei terreni ai nitrati. 

Di non poco conto sono la svalorizzazione degli immobili che si trovano nelle vicinanze  dell’impianto e il danno d’immagine alle colture agricole come il riso e la pera. La digestione anaerobica dei materiali inorganici comporta il rilascio di composti volatili, che  determinano seri problemi di carattere odorigeno, ovviamente amplificati quando l’impianto di  produzione si trova vicino a insediamenti abitativi. 

5- la viabilità 

Gli impianti portano ad un considerevole incremento del traffico pesante. Le migliaia di tonnellate  di biomasse necessarie ad alimentare i digestori difficilmente sono reperibili in un bacino ristretto  ed è quasi generale la non sostenibilità territoriale di questi impianti. Le biomasse devono far  riferimento anche alla presenza di allevamenti intensivi e provengono spesso da altre regioni. 

La normativa vigente nella nostra Regione (DAL 51/2011) imporrebbe, nel procedimento di  autorizzazione, una valutazione delle distanze di approvvigionamento delle biomasse ma questa è  assolutamente disattesa sia in considerazione della possibile variabilità delle forniture ma  soprattutto per una valutazione esclusivamente basata su “lettere di intenti” di possibili fornitori e su  dichiarazioni di utilizzo di mezzi, genericamente definiti e non verificabili.

10 

Il traffico di mezzi pesanti, camion, trattori,  

carribotte etc di servizio agli impianti non ha  

vincoli legati al codice della strada, possono  

circolare ogni giorno e ad ogni orario (è  

vanto degli impianti il funzionamento 7/24!)  

e in ogni tipologia di strada, con l’inevitabile  

attraversamento di centri abitati. 

Le migliaia di viaggi da e per le centrali, e  

per lo spandimento del digestato,  

comportano rischi rilevanti per la salute e la  

sicurezza dei residenti e degli utenti delle strade e non è secondario il problema dell’usura delle sedi  stradali che comporta a sua volta, oltre che a notevoli rischi per la sicurezza, un aggravio di costi  per la collettività. 

(Il traffico di mezzi pesanti che trasportano  

scarti solidi di lavorazione per l’impianto:  

una miriade di mezzi ingombranti quali  

camion telonati ed enormi trattori con  

rimorchi e botti (presumibilmente pieni di  

liquami) che, quotidianamente invadono il  

centro con un’unica caratteristica comune;  

attraversarlo a velocità sostenuta e spesso  

con atteggiamenti di guida disinvolti.  

Questi mezzi rappresentano, dunque, un  

quotidiano pericolo per la sicurezza della  

circolazione, soprattutto per gli utenti deboli quali pedoni e ciclisti (quasi bambini e anziani), oltre a  determinare pesanti aggravi nei costi di manutenzione del manto stradale da parte della provincia,  ente proprietario della strada. 

Dunque, aumento di costi con soldi pubblici che potrebbero, e dovrebbero, essere spesi  diversamente, magari per garantire servizi che la pesante crisi di bilancio degli enti mette ad  effettivo rischio. Nella concessione rilasciata proprietari/gestori dell’impianto, sono indicate anche  quelle relative ai percorsi per i mezzi che riforniscono l’insediamento completamente disattesi.)

11 

Le richieste dei comitati 

12 

1. Pianificazione degli impianti: (evitare il cumulo di impianti in zone  circoscritte ) valutare il cumulo degli impatti, non tenendo conto solo della  distanza fra gli impianti ma delle ricadute complessive a livello territoriale:  ettari di coltivazioni necessari, distanze delle biomasse, ricadute sulla viabilità,  ricadute ambientali. 

2. Non approvare nuovi impianti in provincia di Ferrara, quelli presenti  manifestano un’impronta ecologica già al limite 

3. Non autorizzare la trasformazione di biogas in biometano evitando la  costruzione di nuove infrastrutture di distribuzione. Rinaturalizzare i siti come  previsto dalle AU. 

4. Non autorizzare gli impianti ai quali scade l’AUA .L’unica deroga per gli  impianti legati alle aziende agrarie e di piccole dimensioni 

5. Considerare il digestato un rifiuto industriale e inviarlo agli impianti di  depurazione prima della distribuzione nel terreno. Prevedere l’analisi chimica  del digestato che deve essere congruente con il piano di concimazione che  l’azienda deve obbligatoriamente elaborare. 

6. Il digestato palabile mescolato con materiale cellulosico deve essere sottoposto  a trattamento aerobico per almeno 120 giorni per consentire la sua  trasformazione in compost e verificare chimicamente la presenza di acidi umici  e fulvici. 

7. Verificare nel digestato, sia liquidi che palabile, la presenza di salmonelle,  botulino e sottoporlo ad un processo di pastorizzazione 

8. Verificare nel digestato palabile e non la presenza di pesticidi (PFAS e  Glifosate ) e di metalli pesanti. 

9. Nelle eventuali autorizzazioni richiede obbligatoriamente il PRA (Programma  di Riconversione o Ammodernamento dell’attività agricola (PRA), quale  strumento finalizzato alla dimostrazione dell’esigenza di interventi di nuova  costruzione di fabbricati produttivi per le aziende agricole, ivi compresi gli  ampliamenti dei fabbricati esistenti.) 

10. Nel caso di nuove autorizzazione, o di rinnovo prevedere attività di  coinvolgimento della popolazione e obbligatoriamente prevedere la  partecipazione nella conferenza dei servizi di una rappresentanza del comitato  provinciale o locale.  

11.Che in sede di autorizzazione sia garantita la valutazione contestuale degli  interessi pubblici coinvolti, mettendo a confronto sia gli interessi degli  operatori economici sia gli interessi di cui sono titolari singoli cittadini e  comunità che devono trovare nell’ente locale il loro massimo rappresentante e  garante. 

12. E’ possibile, invece, individuare un’altra strada: si può ragionare di impianti di  piccole dimensioni, alimentato da matrici corrette, che non producano né  biometano né digestato, ma compost, che si riferiscano ad una logica di  prossimità territoriale e riescano quindi a superare le criticità relative  all’inquinamento e alla situazione odorigena. Parliamo della possibilità di  costruire impianti di compostaggio aerobico di piccole dimensioni o di 

13 

comunità, questi sì che potrebbero essere opportunamente incentivati, e che si  muovono entro l’impostazione dell’economia circolare, per cui si ricicla la  materia e si utilizzano fonti realmente rinnovabili

14 

Problematiche specifiche degli impianti già  funzionanti o in fase progettuale

15 

Scheda 1 Formignana

Il digestore di Formignana è un impianto di produzione di energia elettrica, tramite biogas,  realizzato nel Comune di Formignana (FE). Gestito dalla Formignana Biogas Società agricola a.r.l.,  produce, biogas ottenuto mediante processo di digestione anaerobica di mais, triticale e sorgo e dal  17 giugno 2016 con l’uso di pollina del vicino allevamento di polli. L’autorizzazione risale al 7  giugno 2012 valida per 15 anni. 

L’impianto utilizza per la produzione di metano prevalentemente mais ottenuto nei 198,37 ettari  affittati dalla Fondazione Navarra dove viene anche sparso il digestato. La fondazione riceve  annualmente un compenso di 294.000 euro. Altri 45,94 vengono utilizzati per la sola distribuzione  del digestato per una SAU totale di 234,35 Ha. Tutti i terreni sono localizzati nel comune di  Tresignana 45 ha nel comune di Jolanda di Savoia. L’impianto è dotato di due digestori collegati in  parallelo ed aventi una capacità netta di 3.090 m3ciascuno. Il processo di fermentazione è di tipo  mesofilo ossia avviene in un intervallo di temperatura compreso tra 35 °C e 40 °C. 

La produzione attesa dell’impianto è di 7.876.000 kWh/anno. L’emissione generata dalla  produzione di energia da biogas, il mix colturale di approvvigionamento, il trasporto è di 643,5 t  CO2 eq /anno che corrispondono a 81,7 grammi di CO2 eq/KWh. Il valore medio di emissioni di  CO2 per la produzione dell’energia elettrica in Italia di 53,1 g di CO2/KWh. (Ministero Ambiente).  Che si abbassa ulteriormente se l’energia è ottenuta da impianti solari o fotovoltaici. 

La biomassa utilizzata annualmente è di 17.350 tonnellate di cui 200 tonnellate di acqua il digestato  tal quale in uscita è pari a 12.884 t/anno. Lo stoccaggio del digestato (frazione chiarificata) avviene  in due vasche in terra della capacità geometrica di circa 5.000 m3ciascuna realizzate su uno strato  di argilla. Il trasporto delle sostanze inserite nel digestore e del digestato in uscita secondo il  progetto della ditta avviene sulle vie: Brazzolo (23 attraversamenti) Rossetta 190 carri anno In  realtà sono molto di più. 

Il digestato viene utilizzato come “fertilizzante agricolo” sparso sui terreni di cui l’azienda agricola  dispone. Tali terreni sono vulnerabili ai nitrati di origine agricola (ZVN) così come contenuto nelle  “Norme del Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna” e pertanto: l’apporto di  azoto zootecnico da digestato non dovrebbe superare il valore di 170 kg/ha. L’apporto di azoto  totale da digestato viene calcolato sulla media dei diversi liquami zootecnici di cui si conoscono le  composizioni e non sulla base di analisi effettuati sul digestato stesso. 

Per la frazione solida il coefficiente usato è quello degli ammendanti ma il digestato palabile non è  un ammendante. il dosaggio medio di azoto distribuito con il digestato è pari a 265 kg/ha  (dichiarato dall’azienda). Siamo molto lontani da un approccio agronomico suffragato da dati  scientifici validati. Tutta la narrazione della sostenibilità dei biogas è green washing. La presunta  sostenibilità si basa su informazioni false e ingannevoli verso consumatori e investitori.

16 

Scheda 2 Villanova progetto impianto bio metano

La proprietà : Titolare dell’impianto è la Società ApisFe1, del gruppo Alvus e con finanziatori  altri, iscritta alla Camera di Commercio di Bolzano il 3/12/2020, società agricola srl con capitale  sociale di 10.000 €. 

L’investimento sarà pari a 20 milioni di euro (+ IVA). Nell’ottobre 2023 Alvus, e le società  collegate, sono state acquisite da VornBioenergy, società tedesca ramo operativo del fondo  Macquaire nel settore delle energie rinnovabili, cioè impianti biogas e biometano e opera ora come  Vornbioenergy Italia. 

La produzione : L’impianto industriale, previsto nella zona est del territorio comunale, prevede una  produzione annuale di biogas così ripartita: 8.303.750 Nm3, purificati e convertiti in biometano,  immessi nella rete SNAM, e 4.483.646 Nm3 di biogas che rimarrà per un utilizzo interno, per  alimentare il cogeneratore e a copertura degli autoconsumi dell’impianto stesso. 

E’ stato stralciato dal progetto l’utilizzo di parte del metano prodotto per l’alimentazione dei mezzi  di trasporto al servizio dell’impianto.  

Le dimensioni ;L’impianto sarà il secondo in Regione per dimensioni. Il primo con utilizzo di  biomasse non autoprodotte e non Forsu, come gli impianti di pari dimensioni di Hera a Sant’Agata  Bolognese e Iren di Gavassa. Anche nelle graduatorie dei primi due bandi di finanziamento PNRR,  gestiti dal GSE, è rilevabile il primato di questo impianto agricolo anche a livello nazionale. 

In Provincia di Ferrara l’Azienda agricola Leona di Codigoro, produce biometano per 600  Sm3/h.(4) 

Lavorerà 100.000 ton all’anno di colture di secondo raccolto (stocchi, paglia..), pollina ed effluenti  zootecnici, sottoprodotti dell’industria agroalimentare. Le quantità prevalenti saranno 30.000 ton di  stocchi e 30.000 ton di pollina. Alla fine del processo risulteranno 45.800 ton all’anno di  digestato per utilizzo agronomico, da distribuire nei terreni che hanno conferito le biomasse. (5) 

La portata dell’impianto sarà pari alla somma dei cinque impianti di produzione di biogas già  presenti nel territorio nel raggio di 10 Km. Nei Comuni limitrofi sono inoltre presenti numerosi  altri impianti (Ostellato, Migliarino, Tresignana, solo considerando la zona a Nord Est e a Est del  territorio comunale). L’impianto occuperà una superficie di circa 14 Ha di terreno agricolo,  terreno fertile attualmente e continuativamente coltivato nel tempo. 

Il consumo di suolo sarà rilevante: piazzali asfaltati, vasche di stoccaggio, invaso etc, occuperanno i  2/3 di questa superficie e i 4 digestori avranno un’altezza di 9 metri fuori terra, e le cupole  raggiungeranno i 20m, altezza molto superiore a quella dei capannoni del centro artigianale  attiguo. Anche la realizzazione delle rotatorie funzionali all’impianto saranno un ulteriore fattore di  trasformazione irreversibile. (6) 

Il territorio : L’impianto è previsto nel territorio dell’ex Circoscrizione 4 (Est/Nord Est della città). Le disponibilità delle biomasse agricole e i carichi di traffico, comprendenti anche l’arrivo di  prodotti da altre Province e altre Regioni, come è detto anche nel progetto, riguarderanno  prevalentemente questa porzione di territorio comunale. Territorio che ha 34. 704 abitanti e una  densità di popolazione inferiore solo a quella di Via Bologna. Sono numerose le frazioni e i borghi,  e 4.048 persone, 1755 famiglie vivono in case sparse, che connotano in modo particolare questa  zona rurale. La superficie di questa “circoscrizione” e di 13.674 ha. Per rispettare le distanze  previste dal progetto per il conferimento delle biomasse, e a giustificazione dei principi  dell’economia circolare, quasi la metà di questi dovrebbero essere coltivati a mais! Modificazioni  climatiche, emergenza idrica e vocazioni diverse nelle produzioni agricole già presenti, rendono  difficile garantire un approvvigionamento locale delle biomasse.(7) 

Il traffico indotto :La valutazione sulla incidenza del traffico dovuto all’impianto è basata sui dati  di progetto presentati dalla Società ApisFe1: 13.780 viaggi a/r all’anno per un totale di 358.341  km. I pareri espressi dai Servizi tecnici sull’incidenza dei passaggi orari dei mezzi diretti  all’impianto, 1/2 passaggi all’ora/ direzione, 3 passaggi nei periodi di punta, non sono  comprensibili, non è dato conoscere i criteri sulla base dei quali sono stati calcolati.

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La stessa ApisFE1 non nega l’esistenza della problematica legata al traffico. Non c’è certezza dei percorsi, perché nel progetto sono stati identificati a partire dalle sedi legali  delle ditte “contoterziste”, né dei mezzi che verranno utilizzati. 

Trattori con dumper, trattori con autobotte, trattori con carro compattatore insieme a camion  con rimorchio sono i mezzi dichiarati ed è evidente che oltre alla quantità del traffico è  indispensabile anche una valutazione qualitativa per misurarne in modo più efficace l’incidenza  sulla rete viaria esistente e le ricadute in termini di inquinamento. 

E’ certo che una parte consistente dei conferimenti arriverà da fuori Provincia e fuori Regione con  percorrenze anche superiori ai 70 km.(8) 

Le emissioni in atmosfera: Si conoscono i valori, allarmanti, delle emissioni in atmosfera,  autorizzati da Arpae con l’Autorizzazione Unica Ambientale. Nello stesso Atto non è prevista  l’autorizzazione all’utilizzo agronomico del digestato, perché non richiesto da Apis. Al momento  dell’entrata in esercizio dell’impianto dovrà essere richiesta una modifica sostanziale  dell’Autorizzazione, o per l’uso agronomico o per la produzione di compost. 

Le autorizzazioni : L’impianto è stato autorizzato con Autorizzazione Unica di Arpae Ferrara il 10  novembre 2022, così come, con atto separato, è stato autorizzato alla stessa data anche il  metanodotto di collegamento alla rete Snam. Alla scadenza del termine previsto per l’inizio lavori  di un anno, Arpae ha concesso il nuovo termine a marzo 2026, su richiesta di Apis e d’ufficio per il  metanodotto.

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Scheda 3 Bondeno

Centrale a Biogas sorta nel 2010 e formata da 4 centrali da un MWh , costruita in prossimità di  diverse abitazioni e comunque non lontano dal centro del paese. 

La centrale e’ stata costruita speculando sui materiali e sulle tecnologie e quindi e’ nata con notevoli  problematiche, per esempio le vasche di raccolta del percolato presentano delle crepe enormi,  attraverso le quali il percolato stesso fuoriesce sul terreno e raggiunge la falda. E’ stata sbagliata la  pendenza delle fognature, per cui il percolato ristagna provocando odori nauseabondi. 

Non e’ asservita a nessun fondo e a nessuna industria per la lavorazione di prodotti agricoli, sottrae  quindi terreni all’agricoltura per essere alimentata e di conseguenza non rispetta il criterio di  economia circolare che e’ lo scopo principale per il quale dovrebbero essere costruite queste centrali Dovrebbe utilizzare solo trinciato di mais e triticale e liquami di suino come attivatore, ma spesso si  

sentono odori di cipolla e di pollina, nonostante sia stato vietato l’utilizzo di questi prodotti. Queste centrali creano problematiche di inquinamento molto gravi legate alla fuoriuscita di CO2 e di  formaldeide dalle torce dei digestori. Torce che dovrebbero accendersi raramente, ma che nel caso  di Bondeno, sono invece spesso accese a causa di malfunzionamenti. 

Ci sono state grosse problematiche anche nella gestione del digestato, che hanno coinvolto altri  comuni: a Mirabello sono stati utilizzati parecchi ettari di terreno dove il digestato non e’ stato  interrato e quindi sono stati rilasciati nell’aria azoto e ammoniaca in notevole quantita’, a Casaglia,  nel comune di Ferrara, il digestato e’ fuoriuscito dalle vasche di raccolta ed e’ finito nelle scoline  utilizzate per l’irrigazione. 

In tutti questi anni, abbiamo dovuto convivere con i cattivi odori che fuoriescono da questa centrale,  odori che sono stati rilevati anche dai nasi elettronici installati da Arpae su nostra richiesta. La stessa Arpae ha suggerito alle istituzioni locali di indire una tavola rotonda per discutere di  questa problematica, ma ne’ il sindaco ne’ tantomeno l’assessore all’ambiente, si sono mossi in tal  senso.

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Scheda 4 Copparo

Nell’area adiacente alla discarica è in costruzione , in un’area di circa 11.000 ha, il nuovo impianto  di compostaggio e produzione biometano. Si prevede la realizzazione di una rotatoria, che verrà  collocata in prossimità dell’ingresso al nuovo polo, nell’intersezione tra via Gran Linea (SP16) e via  Salmastri (SP 44), nel comune di Copparo e al confine con il comune di Jolanda di Savoia, al fine di  regolamentare il flusso veicolare e permettere l’immissione ed uscita in sicurezza dei mezzi pesanti  sulla via Gran Linea. 

L’impianto in progetto prevede due linee di processo principali produttive, che avranno luogo in due  aree funzionali principali, quali: 

1. biodigestione anaerobica per il trattamento di matrici organiche da raccolta differenziata,  verde e fanghi civili, con produzione di biogas; 

2. sistema di trattamento aerobico per la produzione di compost di qualità (ammendante per  agricoltura ex Dlgs 75/2010) dal trattamento del rifiuto verde. 

L’impianto in oggetto costituisce la realizzazione di un sistema integrato per il trattamento delle  matrici organiche da rifiuti solidi urbani, provenienti sia da raccolta differenziata (FORSU), verde  da sfalci e potature (VERDE). 

La componente organica che si prevede è di 24000 t/a con una capacità di trattamento di 58927 t/a  il materiale in ingresso è FORSU 37967 e verde 17161 

L’impianto occuperà circa 5 ettari i rimanenti saranno destinato ad un impianto di trattamento rifiuti  soggetto a nuova AUA . La contiguità con la discarica , il digestore, il futuro impianto , l’acquisto di  10 ettari di terreno per riaprire la discarica chiusa nel 2023 individuano un volontà politica di  trasformare quel territorio nel polo industriale di trattamento di ogni rifiuto-

20 

Appendice 1 Digestori in provincia di Ferrara (fonte ARPAE

Nome Indirizzo Paese
FATTORIA SAN ROCCO VIA MONTIRONE SANT AGATA
SAN MARCO BIOENERGIA VIA VAL D’ALBERO 73 ARGENTA
126 AZ. AGR. MENARINI GIANLUCA VIA CA’ NOVA ARGENTA
VITTORIA BIOENERGIA STRADA COMUNALE ARGENTA
AGRI ENERGIE S.R.L. VIA NAZIONALE PONENTE ARGENTA
AZ. AGR. MANARESI TAMARA VIA DOSSO CAVALLINA ARGENTA
VALANDRO FLAVIO VIA ARGINE CIRCONDARIO ARGENTA
SOC. AGR. MINGHINI S.S VIA CASCINE, 23 ARGENTA
SOC. AGR. FUTURA VIA BELLARIA, 226 BERRA
ENERGY UNO S.R.L. VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2BONDENO
ENERGY QUATTRO VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2 ATTIVOBONDENO
ENERGY TRE S.R.L.A VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2 ATTIVOBONDENO
SOC. AGR. CASCONE S.S VIA PIRETTA ROVERE, 461 BONDENO
ENERGY DUE S.R.L. VIA EDGARDO ROSSARO VIA A. OSTI, 2 ATTIVOBONDENO
SOC. AGR. LEONA SS STRADA FOSCARI, 2 CODIGORO
AZ. AGR. TAGLIATA E CORBA VIA CORBE CODIGORO
SOC. COOP. AGR. CONSERVE ITALIA – STABILIMENTO CODIGOROVIA DELLA COOPERAZIONE, 5 CODIGORO
SOC. AGR. AZIENDA COLTIVAMA S.S. STRADA PODERALE BELFIORE COMACCHIO
IMPIANTO A BIOGAS DI COMACCHIO 1
IMPIANTO A BIOGAS DI COMACCHIO 2
SOC. AGR. BAURA BIOGAS A.R.L VIA ZAMBONI FERRARA
SOC. AGR. VALGRANDE BIOGAS A R.L. VIA PALMIRANO FERRARA
SOC. AGR. PASCOLONE S.R.L VIA PASCOLONE FERRARA
SOC. AGR. FORMIGNANA BIOGAS  A.R.L.VIA TRAVERSA PRIVATA PONTE  D’ASSEFORMIGNANA

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Nome Indirizzo Paese
AZ. AGR. IMMOBILIARE DANTE S.P.A. STRADA COLOMBANA NUVOLA  TRAV 4IOLANDA DI SAVOIA
AGRICOLA 2000 S.S. DI COLOMBANI  LUCAVIA SANTA CECILIA MASI TORELLO
150 FRI-EL EUGANEA S.R. VIA PODERALE SAN GIOVANNI OSTELLATO
AZ. AGR. IL BUE S.R.L VIA PODERALE TREBBA, 1 OSTELLATO
CO.PRO.B S.C.A VIA LIDI FERRARESI, 50 OSTELLATO
SOC. AGR. AGRIFERRARESE STRADA RANGONA GATTOLA, 7 OSTELLATO
AZ. AGR. FONDAZIONE DOTT. CARLO  FORNASINIVIA CANTONE POGGIO RENATICO
MAIERO ENERGIA S.A.R.L STRADA ESTERNA PAGLIONI PORTOMAGGIORE
GAIA BEET PULP ENERGY S.R.L. VIA COPPARO, 1 RO
SOC. AGR. GALASTENA ENERGY S.R.L. VIA COPPARO, 3 RO
Soc. Agr. CA’ BIANCHINA Via Frattina, 23 VIGARANO  MAINARDA
Soc. Agr. PALMIRANO BIOGAS s.r.l Via Cattaneo VOGHIERA
Soc. Agr. CONTRAPO BIOGAS a.r.l Via Cattaneo VOGHIERA
Soc. Agr. CALDOGNO BIOGAS a.r.l Via San Vitale FISCAGLIA
Impianto a biogas di FISCAGLIA FISCAGLIA

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Appendice 2 

Progetto di ricerca del comitato provinciale e richieste ad ARPAE Ferrara 

1. conoscere con precisione il numero degli impianti nella Provincia, la loro localizzazione (se  in deroga alle distanze dalle abitazioni, etc) quanti impianti agricoli o di trattamento rifiuti  organici, le loro dimensioni, la data di inizio attività e di conseguenza la data di scadenza dei  finanziamenti. Quest’ultima è fondamentale soprattutto in previsione della scadenza delle  prime autorizzazioni. La possibilità di accedere agli incentivi PNRR per la riconversione  degli impianti biogas potrebbe portare ad un cambiamento significativo degli scenari nel  nostro territorio. 

2. Conoscere approfonditamente le Autorizzazioni, fino al 2015 rilasciate dai Comuni e dalla  Provincia ed ora da Arpae, per avere informazioni sulle matrici utilizzate, sulla loro  provenienza, sulle modifiche ottenute dagli impianti nel corso del tempo 

3. Confronto fra le autorizzazioni per ricavare dati in ordine alla gestione dei diversi  procedimenti 

4. Verificare il rispetto delle AUA e le normative, se sono stati rispettati i criteri riguardanti il  coinvolgimento di tutti i soggetti interessati (Comuni limitrofi, Comitati di cittadini,  portatori di interessi..), la localizzazione degli impianti, le distanze di provenienza delle  biomasse, la disponibilità nel tempo dei terreni sia per le forniture che per lo spandimento  del digestato. 

5. Avere dati complessivi e fra loro correlati delle problematiche legate agli impianti a livello  territoriale, o chiederli di diritto a chi ha responsabilità di gestione del territorio, può  consentire ad un futuro coordinamento di assumere il ruolo di interlocutore autorevole in  aiuto alle singole realtà oltre ad un ruolo importante di portatore di interessi diffusi di tutela  della salute e dell’ambiente.

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Bibliografia/sitografia 

1. Analisi energetica, ambientale ed economica di impianti a biogas in Provincia di  Bolzano 

2. Analisi di fattibilità economica di un impianto a biogas con la teoria delle opzioni reali  tesi di laurea laureando: fouepi patricia relatore: prof. michele moretto facoltà di scienze  statistiche anno accademico 2009-2010 

3. andrea poggio biometabo perhè non è interessante per le auto –nuova ecologia 4. dati assogasmetano 

5. autorizzazione unica alla realizzazione e all’esercizio dell’impianto per la produzione di  biometano arpae servizio autorizzazioni e concessioni di Ferrara 

6. apisfe1 – rapporto ambientale 

7. comune di ferrara annuario statistico demografico 2019 

8. apisfe1piano di gestione aziendale – stima del traffico indotto 

9. il biogas in agricoltura, prospettive e limiti di roberto balestri 

10. Per saperne di più su biomasse e biogas comitato biogas manziana 

11. Il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani (forsu) (isde) 12. biometano agricolo: è necessaria una svolta, consorzio monviso agroenergia 13. https://www.arpat.toscana.it/temi-ambientali/sistemi-produttivi/impianti-di-produzione di-energia/impianti-a-biomasse/gli-impatti-degli-impianti 

14. https://www.nonsoloambiente.it/2020/01/28/il-biogas-e-le-comunita-dellenergia-litalia e-quarta-al-mondo/ 

15. https://www.nonsoloambiente.it/2020/01/28/il-biogas-e-le-comunita-dellenergia-litalia e-quarta-al-mondo/ 

16. https://www.qualenergia.it/articoli/biometano-grandi-potenzialita-italia-tanti-ostacoli rimuovere/